In uno scenario settecentesco tra ville e palazzi, Dacia Maraini racconta "La lunga vita di Marianna Ucrìa", donna di nobili origini, appartenente a una delle famiglie più in vista del palermitano.
Marianna diventa donna troppo presto, a causa dell'atrocità subita da bambina che l'ha resa sorda e muta. A soli tredici anni sarà data in sposa al vecchio zio Pietro, un uomo arido capace di abusare della sua intimità rimanendo distaccato dalla quotidianità familiare. Da questo momento si susseguiranno una serie di gravidanze e di lutti nella sua vita, tra cui la morte del figlio, che le causa un fortissimo dolore, e del padre, l'unico uomo che credeva in lei, nonostante la sua menomazione. "Un padre e una figlia eccoli lì: lui biondo, bello, sorridente, lei goffa, lentigginosa, spaventata."
Una donna colta, immersa in un mondo distaccato dalla realtà vuota e sterile, concentrata sui i suoi libri, che le permettono di costruire una sua personale visione del mondo, lontana dalle contraddizioni di cui era ricca Palermo in quell'epoca.
Una lettura gradevole, anche se a tratti un po' dispersiva. L'autrice dedica molta cura nella descrizione dei particolari, concedendo al lettore di introdursi in un mondo appartenente agli ambienti aristocratici del settecento, mettendo in risalto gli usi e i costumi del tempo.
Antonietta La Porta
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