“Le solite misure propagandistiche e di facciata di una destra al governo nazionale assolutamente inadeguata e di un governo regionale completamente assente e chino ad ogni scippo e sopruso perpetrato da Roma hanno determinato il fallimento della ZES in Sicilia e nel Meridione d’Italia. Fin da subito avevamo denunciato attraverso numerosi atti parlamenti e in ARS che ZES per tutti avrebbe significato ZES per nessuno e che lo smantellamento delle strutture commissariali siciliane, che stavano producendo risultati molto importanti sul fronte delle autorizzazioni e degli investimenti, era il preludio del disastro”. Così Fabio Venezia, vice presidente della Commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana a proposto dei recenti provvedimento del Governo Meloni a proposito della Zona economica speciale del Sud.
“La conferma – continua il parlamentare del PD – è arrivata con la beffa del credito d’imposta promesso al 60% e ridotto a poco più del 17% con punte del 10% e dell’8% per le piccole e medie imprese. A fronte di 9,7 miliardi circa di richieste ricevute, le risorse disponibili erano solamente 1,7 miliardi e quindi sono state ridotte le percentuali di credito concesso così come peraltro prevedeva il decreto fatto dallo stesso ministro Fitto, che anziché difendere gli interessi del Sud, con la decontribuzione e con l’autonomia differenziata sta creando le condizioni per un declino economico del Meridione”.
“Tutto ciò era ampiamente prevedibile – conclude Fabio Venezia – e adesso molte imprese rinunceranno agli investimenti mentre delle altre misure previste inizialmente per le ZES neanche se ne parla più. Condividiamo il grido d’allarme delle associazioni di categoria che hanno messo a nudo la rude realtà. Nel frattempo le autorizzazioni sono ferme, la struttura di missione nazionale è completamente in una condizione di stallo e le aziende che volevano investire stanno andando altrove”.
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