Vittoria legale per il Comune di Nicosia, salve le casse comunali: la Corte d’Appello di Caltanissetta respinge la richiesta milionaria del Credito Siciliano

Avvocato Salvatore Timpanaro
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Accolte le eccezioni proposte dall’avvocato Salvatore Timpanaro, difensore del Comune.

La Corte d’Appello di Caltanissetta ha emesso una sentenza favorevole al Comune di Nicosia, respingendo l’appello proposto da Credito Siciliano, che richiedeva un pagamento di oltre settecentomila euro. La decisione, presa dalla corte presieduta da Giuseppe Melisenda Giambirtoni, con i consiglieri Emanuele Di Gregorio e Maria Lucia Insinga, ha accolto le eccezioni sollevate dall’avvocato Salvatore Timpanaro, difensore del Comune.

Questa vicenda giudiziaria, che si protrae da oltre un decennio, ha avuto origine nel 2009 quando il Credito Siciliano ottenne un decreto ingiuntivo dal Tribunale di Enna per oltre sei milioni e seicentomila euro nei confronti dei comuni ennesi. La quota richiesta al Comune di Nicosia ammontava a 605.811,08 euro più interessi. La banca sosteneva di aver ricevuto da EnnaEuno, la società d’ambito dell’ATO di Enna, la cessione del credito per la riscossione della Tariffa di Igiene Ambientale (T.I.A.).

In seguito al decreto ingiuntivo, Credito Siciliano riuscì a pignorare 608.000 euro presso la tesoreria del Comune di Nicosia. Tuttavia, il Comune si oppose al decreto e il Tribunale di Enna accolse l’opposizione, revocando il decreto ingiuntivo nel 2017. Nonostante ciò, Credito Siciliano presentò appello e richiese un sequestro conservativo di 608.000 euro più accessori nei confronti del Comune.

Il processo d’appello ha visto confrontarsi l’avvocato Salvatore Timpanaro per il Comune e il rinomato professor Pietro Abadessa, ordinario di diritto commerciale all’Università Cattolica di Milano, per la banca. La Corte d’Appello ha dato ragione al Comune, respingendo sia la richiesta di sequestro che l’appello principale.

La recente sentenza del 16 luglio, che condanna la banca appellante anche al pagamento delle spese processuali, sembra porre fine a questa complessa vicenda giudiziaria, salvaguardando le casse comunali da un potenziale dissesto finanziario. Tuttavia, resta aperta la possibilità per la banca di ricorrere in Cassazione.


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