La frazione di Villadoro, incastonata nel comune di Nicosia, ha vissuto domenica 21 luglio una giornata di profonda devozione e tradizione in onore di Sant’Isidoro Agricola, protettore degli agricoltori.
Sant’Isidoro, umile bracciante spagnolo vissuto tra il 1080 e il 1130, fu elevato agli onori degli altari da papa Gregorio XV nel 1622. Il suo culto si diffuse rapidamente nel Sud Italia, all’epoca sotto il dominio spagnolo, radicandosi profondamente nella cultura popolare.
La celebrazione è iniziata con una solenne messa officiata da padre Salvatore Scardino, seguita dalla processione della statua lignea del santo. L’effigie, riccamente addobbata, presenta dettagli di grande significato simbolico: sul braccio del santo sono poste due provole, mentre ai suoi piedi si trovano le “coffe”, antichi contenitori utilizzati dai contadini per il grano. Questi recipienti sono decorati con fiori di campo, margherite, girasoli e spighe, creando un affascinante connubio tra sacro e profano. Due angeli, che guidano i buoi ai lati del santo, portano un mazzetto di spighe, ulteriore richiamo alla vita nei campi.
L’intera processione è stata seguita dalla banda dell’Associazione musicale San Giovanni Battista, diretta dal maestro Nunzio Quartillo.
Un momento particolarmente suggestivo è stata la salita verso il pittoresco borgo di Milletarì. Qui, il fercolo del santo è stato posto su un trattore, simbolo della modernità che incontra la tradizione, per poi proseguire la processione fino a piazza Carlo Alberto, cuore pulsante di Villadoro.
Nella piazza principale, gremita di fedeli, padre Scardino ha impartito la benedizione non solo ai presenti, ma anche ai mezzi agricoli radunati per l’occasione. I trattori hanno risposto accendendo le luci e suonando i clacson.
La giornata si è conclusa con il rientro della statua di Sant’Isidoro nella chiesa di San Giovanni, lasciando nei partecipanti un senso di rinnovata connessione con le proprie radici e tradizioni.
Sant’Isidoro continua così a vegliare su Villadoro, simbolo di una fede che si intreccia indissolubilmente con la terra e il lavoro dell’uomo.
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