Una nuova tecnica diagnostica per l’Alzheimer precoce

20210520 1029
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ROMA (ITALPRESS) – Anche se viene considerata una patologia dell’età avanzata, la malattia di Alzheimer può colpire persone relativamente giovani, al di sotto dei 65 anni di età. In questi casi diventa ancora più importante avere una diagnosi precoce. Con questo obiettivo, il Dipartimento di Fisica Medica ed Ingegneria dell’Istituto Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con la Huazhong University of Science and Technology (HUST) di Wuhan, in Cina, e con l’Università di Roma Tor Vergata, ha ora realizzato una nuova tecnica di indagine automatica delle immagini PET (Tomografia a Emissione di Positroni). Il nuovo metodo diagnostico, pubblicato sulla rivista scientifica European Journal of Nuclear Medicine and Molecular Imaging, si basa sulla cosiddetta “texture analysis”, l’esame delle caratteristiche presenti nelle varie zone di una immagine. Il gruppo di ricercatori ha concentrato la sua attenzione sulle placche di Beta-amiloide che si accumulano in determinate aree cerebrali. Le concentrazioni di questa proteina, considerata tipica della malattia di Alzheimer, possono essere evidenziate da un normale esame PET, le cui immagini vengono tradizionalmente esaminate dall’occhio esperto del Medico Nucleare. Ora un esame computerizzato ha permesso ai ricercatori di definire quattro caratteristiche principali capaci di distinguere in modo automatico l’Alzheimer precoce da quello che compare in età avanzata.
“La parola chiave per comprendere questo nuovo metodo – ha spiegato all’Italpress Nicola D’Ascenzo, professore nel Dipartimento di Ingegneria Biomedica della HUST e Responsabile del Dipartimento di Fisica Medica ed Ingegneria del Neuromed – è radiomica, un’indagine avanzata dell’immagine PET che permette di analizzare non soltanto la quantità di tracciante, e quindi l’intensità di una data patologia, ma soprattutto come questa patologia interferisce col corretto funzionamento del cervello”. “Questa nuova capacità di analisi delle immagini PET – prosegue Nicola D’Ascenzo – ci consente di individuare le caratteristiche tipiche dell’Alzheimer in persone relativamente giovani. Questo potrà fornire ai neurologi uno strumento in più, un vero e proprio marcatore della malattia, che li aiuterà nel diagnosticare più rapidamente la malattia in persone di età inferiore ai 65 anni, aiutando a distinguerla da altre patologie che possono avere gli stessi sintomi iniziali. E vorrei sottolineare che proprio in questi pazienti la diagnosi precoce è estremamente essenziale per pianificare gli interventi terapeutici”.
La ricerca nasce nell’ambito di un progetto internazionale tra Italia e Cina, finanziato dai ministeri degli Affari Esteri dei due Paesi (MAECI Great Relevance 2019 contributions Italy-China), che punta allo sviluppo di nuovi strumenti tecnologici, software e statistici capaci rivoluzionare l’analisi delle immagini PET.
(ITALPRESS).

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