Troina, il consiglio comunale dice “no” al disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata

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Con un ordine del giorno approvato all’unanimità, il consiglio comunale, nella seduta svoltasi venerdì 17 marzo scorso al palazzo municipale, ha espresso il proprio dissenso sul disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata.

Maggioranza e opposizione, compatte, impegnano la giunta a: “chiedere l’attuazione degli articoli 36- 37 e 38 dello Statuto della Regione Siciliana”; “chiedere al Parlamento l’adozione di un provvedimento di legge attraverso il quale lo Stato si impegna a garantire il diritto all’istruzione e alla salute attraverso un sistema scolastico nazionale e un sistema sanitario nazionale, per assicurare l’eguale ed effettiva fruizione del diritto alla salute ed allo studio di tutti I cittadini italiani”; “sollecitare la definizione dei LEP e gli altri strumenti perequativi e di eliminazione delle attuali diseguaglianze, come già previsti dalla Costituzione e dalla legislazione vigente, a partire dai criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale”.

“L’autonomia differenziata – spiegano nel documento – , va nella direzione di sottrarre risorse alle regioni meridionali. È una prospettiva miope, che danneggia innanzitutto il Paese. Reitera un modello in crisi da decenni, che cerca di arrestare la perdita di terreno del Nord nel contesto europeo, impedendo al Sud di accendere un secondo motore per lo sviluppo. È un errore grave, soprattutto dopo che la pandemia di Covid 19 ci ha mostrato tutti i limiti di una gestione insufficiente e frammentata su base regionale. All’Italia non serve un ulteriore spinta verso il regionalismo delle piccole patrie, del tutto inadeguate per dimensioni a reggere la competizione su scala internazionale. Piuttosto, il Paese ha bisogno di ribadire la centralità dello Stato per garantire unità, coesione sociale, riduzione delle diseguaglianze e giustizia sociale, riaffermando un diritto di cittadinanza universale. Non la ‘secessione dei ricchi’, ma il punto di partenza di una relazione nuova e qualitativamente diversa fra le aree che compongono il Paese”.


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