“In pochi centimetri avvizziti si concentrano i fallimenti di una politica miope e si infrangono le speranze di intere famiglie di agricoltori, spingendo molti ad abbandonare le terre e disincentivando tanti giovani a dedicarsi al settore agroalimentare”. Lo ha detto ieri, durante il suo secondo intervento in Aula, il senatore del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste che ha mostrato un’arancia siciliana, rovinata prima dalla natura, a causa delle grandinate fuori stagione e compromessa poi dall’uomo, a causa della mancata erogazione d’acqua.
Il senatore testimonia a Palazzo Madama la problematica dell’inefficiente gestione delle risorse idriche che vive la Sicilia e gran parte delle regioni del Mezzogiorno, a seguito di un incontro con agricoltori e allevatori di Regalbuto, nel quale gli è stata consegnata l’arancia mai cresciuta.
“Un caso emblematico – afferma Trentacoste – del fatto che la Regione Siciliana scarica i costi di una cattiva gestione dei Consorzi di bonifica sugli agricoltori, aumentando a dismisura le tariffe dell’acqua a scopo irriguo. Agricoltori costretti poi a vendere i loro prodotti a prezzi stracciati e con grandi difficoltà, non trovando spazio in un mercato già invaso da beni di dubbia provenienza e qualità”.
“A questo, – continua – si aggiungono le condizioni climatiche, che hanno creato notevoli danni alle colture della Sicilia interna, ma anche la situazione debitoria dei Consorzi stessi, l’irrazionale utilizzo delle risorse umane e il pessimo stato degli impianti idraulici, che non riescono a garantire il servizio, disperdendo una preziosa risorsa”.
“Per evitare il collasso del comparto agroalimentare, garantire dignità ai lavoratori rurali e tutelare la qualità dei nostri prodotti unici al mondo, – conclude il portavoce del Movimento al Senato – il mio invito al Governo è quello di sollecitare la Regione Siciliana nel porre in essere decisivi interventi, finalizzati al conseguimento degli obiettivi per cui furono istituiti i consorzi di bonifica: difesa e valorizzazione del suolo, tutela delle acque e salvaguardia dell’ambiente, anche al fine di evitare che la Regione Siciliana stessa incorra in procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea”.
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