Anche quest’anno, il 15 di agosto in tantissimi a Messina sono accorsi, desiderosi di potersi aggrappare a quella “corda”, che non solo serve per far muovere la Vara, ovvero un variopinto carro trionfale che raffigura l’Assunzione in cielo della Madonna, ma che è anche di certo un simbolo irrinunciabile per i messinesi, un simbolo dal quale potere attingere ogni anno forza, speranza, fiducia.
Ed è in giorni come questo che si riesce a far riemergere l’amore per la città, unendo i cittadini sotto il grido di “Viva Maria”.
La Vara pesa ben otto tonnellate, ha forma piramidale ed è alta 13 metri e mezzo. Non è dotata né di sterzo né di freni. Riesce miracolosamente ad avanzare trasformandosi in una sorta di slitta, proprio grazie a quel migliaio di devoti che, uomini e donne, giovani ed anziani, vestiti di bianco, tirano attaccati a due gomene lunghe ciascuna circa 110 metri, mentre veramente in tantissimi assistono e si emozionano, ogni anno come se fosse la prima volta.
Per facilitare la corsa a timonieri e tiratori che saranno rigorosamente scalzi, le strade vengono prima bagnate.
Sino al 1860 su quel carro, tutti i personaggi erano viventi e così attorno alla Vergine dovevano esser presenti 12 ragazzini, in rappresentanza dei 12 apostoli. Questo consentiva anche, durante le soste, un dialogo tra l’anima della Vergine e il Figlio. Capitarono però degli incidenti e alcuni personaggi caddero dal carro; per fortuna gli episodi si risolsero bene, ma in seguito a tali incidenti si prese la decisione di sostituire tutti i personaggi viventi con statue di legno e cartapesta. Sopra la struttura della slitta che dal dopo guerra non è più di legno ma di ferro e dopo gli apostoli e il corpo della Vergine, ci sono, in cartapesta e vetroresina, nuvole, angeli, il sole e la luna contrapposti, il globo che sostiene la figura del Cristo, che sulla sua destra regge la Vergine. E tutte queste variopinte figure prendono vita non appena la slitta è in movimento, quando molti particolari si muovono anch’essi e ruotano.
Sono circa le 18 e 30 quando la Vara parte da Piazza Castronovo, tra le grida e gli applausi del pubblico presente. La sua corsa si arresterà come sempre in Piazza Duomo, ma durante il percorso di circa tre chilometri, per il quale si impiegheranno circa tre ore, ci saranno anche delle soste e, come si dice, diversi “strappi”.
Sono presenti anche le autorità cittadine e dunque, oltre agli assessori Perna, Ialacqua e Cucinotta, anche il sindaco Renato Accorinti, che non si smentisce neppure in questa occasione, e arriva in scarpe da tennis, con la fascia tricolore su una maglia rossa con la grande scritta “Free Tibet”.
Intorno alle 20:00 il sacro e il profano si congiungono, quando nei pressi del Municipio la Rappresentazione dell’assunzione e la processione si fermano di fronte alle grandi statue della bella Mata e dell’uomo barbuto e di colore, chiamato Grifone, entrambi raffigurati a cavallo, altri due simboli della tradizione messinese, due alte statue, anch’esse trainate ma su carrello e ruote. I cd Giganti sarebbero secondo la leggenda i progenitori dei peloritani.
Il momento più delicato dell’intero percorso per tiratori e timonieri è quello della cd “girata o virata”, che avviene all’incrocio con la via I settembre. Mettere la colossale slitta senza freni e senza sterzo in asse per l’ultima corsa è qui veramente difficile e la gente presente per assistere si emoziona al punto di arrivare a piangere quando tutto procede come si aspetta.
Alle ventuno meno cinque, dopo una perfetta manovra, l’ultima sosta all’incrocio con la via Cesare Battisti e l’ultima corsa, tra gli applausi la Vara finalmente giunge in Piazza Duomo, dove l’arcivescovo Calogero La Piana inizia il suo discorso ai tanti fedeli presenti e commossi, di cui alcuni sventolano un fazzoletto bianco.
La festa della Madonna Assunta a Messina rappresenta il momento di massima espressione religiosa da parte del popolo, nonostante la festa patronale sia quella della Madonna della Lettera festeggiata il 3 Giugno di ogni anno.
Maria Teresa La Via
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