Il Mediterraneo rischia di diventare come il Golfo Persico o il Golfo del Messico una distesa di piattaforme off shore per la trivellazione del petrolio, attualmente sono cinque quelle installate ed attive, 15 le richieste effettuate ed in attesa di approvazione, la maggior parte al largo della costa agrigentina.
L’allarme è già avvenuto nel mese di marzo con l’interessamento di una multinazionale con sede a Londra che richiedeva i permessi di trivellazione, presentando tra l’altro un discutibile piano di impatto ambientale.
Ad opporsi le tante associazioni ambientaliste con in testa Greenpeace che dal mese di aprile sta conducendo una particolare battaglia sui luoghi interessati ed a Palermo.
In questi giorni si unisce alla lotta il Movimento per la Difesa dei Territori, nata a Nicosia durante la protesta per la chiusura del tribunale e che nel tempo ha esteso la sua lotta anche verso altri campi come la tutela dell’ambiente.
La problematica delle trivellazioni nel Mediterraneo viene vista come un pericolo, un incidente in mare chiuso rischierebbe di provocare un disastro ambientale di grandissime proporzioni per decenni, danneggiando per sempre il particolare eco-ambiente che lo caratterizza.
La petizione rivota al Presidente del Consiglio Matteo Renzi mira a far cessare le trivellazioni a largo del canale di Sicilia e nel Mediterraneo in genere e sfruttando il semestre di presidenza europeo pone l’accento su altri tipi di investimento soprattutto nelle energie rinnovabili per avviare finalmente una terza rivoluzione industriale che possa rispettare l’uomo e l’ambiente.
Per firmare la petizione occorre cliccare sul seguente link:
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