La chiusura del reparto di cardiologia dell’ospedale Basilotta di Nicosia, è stato il tema trattato durante la seduta del consiglio comunale del 22 novembre.
Oltre i consiglieri comunali sono stati chiamati ad intervenire anche i medici dell’ospedale, sindacalisti, il Movimento per la Difesa dei Territori ed il Comitato Pro Ospedale. Sostanzialmente non è emerso nel dibattito alcuna polemica se non qualche battuta o precisazione da parte dei consiglieri di minoranza nei confronti del primo cittadino. I tre consiglieri Filippo Giacobbe, Francesco La Giglia e Santina Lo Votrico hanno prodotto un documento da votare e da sottoporre agli organi istituzionali delle Regione. La proposta dei tre consiglieri prevede sostanzialmente a fronte dei 12 posti letto nel reparto di geriatria, 16 posti letto nella lungodegenza e 20 in riabilitazione, previsti per l’ospedale di Nicosia nella nuova modulazione della rete ospedaliera siciliana, la rinuncia ai 12 posti letto di geriatria e a 8 posti letto di lungodegenza in cambio dell’unità operativa semplice di cardiologia con 8 posti letto o in alternativa un servizio di cardiologia autonomo senza posti letto, ma che preveda l’assunzione di due cardiologi.
Nello stesso documento si chiede la riapertura della pediatria con 8 posti letto, l’istituzione dell’unità semplice dipartimentale di chirurgia per acuti con 8 posti letto più 2 posti di daysurgery e l’assunzione di due medici chirurghi. L’attivazione di 6 posti letto in astanteria.
Il dibattito è proseguito non solo sui contenuti del documento, ma i due medici presenti Barbagallo e D’Urso hanno ricordato che attualmente è presente in ospedale un servizio di cardiologia, funzionante con l’apporto di tre cardiologi a seguito di un accordo verbale raggiunto con l’Asp di Enna.
Il sindaco Luigi Bonelli ha difeso la sua opera in difesa dell’ospedale ed ha ricordato che si arrivò ad un passo dal vedersi riconosciute dalla Regione le richieste per mantenere non solo la cardiologia, ma anche altri reparti, la giunta regionale aveva approntato una delibera, ma che non arrivò mai ad essere discussa ed approvata dalla sesta commissione all’Ars. Secondo il primo cittadino è da questo punto che si dovrà ripartire, attraverso i colloqui con il nuovo presidente della Regione, Nello Musumeci ed il nuovo assessore regionale alla sanità. Queste modifiche prevedevano posti letto di chirurgia che da day hospital venivano trasformati in posti letto ordinari, l’unità operativa semplice di cardiologia annessa a medicina generale, l’unità semplice di pediatria, l’unità operativa complessa di direzione sanitaria e gli O.B.I. (Osservazione breve intensiva) per il pronto soccorso, così come previsto dal decreto Balduzzi. L’Asp di Enna aveva fatto proprie queste richieste ed aveva redatto il nuovo atto aziendale.
Esistono ancora dei margini per la trattativa, in quanto la modifiche alla nuova rete ospedaliera siciliana prevedono il termine del 31 dicembre 2018.
La seduta è stata aggiornata a lunedì prossimo, quando si tenterà di redigere un unico documento unitario, che tenga conto delle richieste della minoranza, partendo però dal presupposto che esiste un'altra modifica approvata sia dall’Asp e fatta propria dal precedente governo regionale, tra l’altro senza aggravare di costi aggiuntivi il nuovo piano sanitario regionale.
Non vorremmo si ripresentasse una situazione simile a quella del tribunale, quando a fronte di precise e specifiche richieste venivano proposte delle soluzioni non praticabili ed inaccettabili da parte del Ministero e si arrivò alla totale contrapposizione e chiusura.
Esiste già un’ipotesi di modifica su cui lavorare, da riproporre e su cui tutte le parti avevano trovato un accordo.
Sergio Leonardi |