Breve ed intensa visita a Nicosia, nel pomeriggio del 23 ottobre, quella del ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina.
Il ministro Martina accompagnato dal suo collega di governo, il sottosegretario alla sanità, Davide Faraone, ha visitato alcune aziende del territorio nicosiano. Il caseificio Albereto è una delle eccellenze del territorio, la produzione delle deliziose mozzarelle di bufala sono senz’altro uno dei prodotti di punta dell’intera provincia ennese. Il ministro si è soffermato nello stabilimento di produzione accompagnato anche dal sindaco Luigi Bonelli. Subito dopo si è recato presso il Birrificio 24 Baroni, un’altra delle eccellenze territoriali nicosiane.
Intorno alle 15 il ministro è giunto presso il palazzo comunale di Nicosia, ad accoglierlo il sindaco e le autorità civili e militari della città. Un incontro rivolto soprattutto alla categoria di allevatori e agricoltori del territorio, giunti numerosi in sala.
Dopo un saluto ed un breve intervento del sindaco Luigi Bonelli, che ha sollecitato interventi decisi in favore degli agricoltori e degli allevatori del territorio, è intervenuto il presidente della Coldiretti, Francesco De Luca, un intervento deciso in cui ha illustrato a grandi linee i numerosi problemi della categoria a partire dai finanziamenti comunitari, pagati regolarmente con enormi ritardi e che mettono in ginocchio un intero settore, De Luca ha illustrato anche i problemi legati anche alla viabilità, alla pressione fiscale e alla crisi dell’intero comparto.
Il ministro Martina dopo aver ascoltato le parole del rappresentate di allevatori e agricoltori, ha risposto con molta calma alle rimostranze della categoria, senza false promesse o illusioni ha illustrato il suo lavoro in questi anni di governo, un’azione che mira più a districarsi tra le miriadi di norme e atti burocratici che rallentano il lavoro di agricoltori ed allevatori, un tentativo di dipanare matasse contorte che negli anni si sono create e che questo governo sta tentando di risolvere. Non ha fatto promesse vuote, ma si è reso conto del malessere di una categoria che oggi è uno dei pochi motori produttivi del territorio dell’entroterra siciliano.
Sergio Leonardi |