Alle prime luci del 21 ottobre, gli uomini della Squadra Mobile di Enna con la collaborazione della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di P.S. di Librino, hanno arrestato il 35 enne pluripregiudicato catanese Francesco Squillaci, accusato di reati contro il patrimonio. L’uomo è gravemente indiziato dei reati di furto pluriaggravato in concorso, per aver commesso la notte del 3 marzo, insieme ad altri complici, già arrestati quella stessa notte in flagranza di reato, un consistente furto di abbigliamento presso un negozio di Enna Bassa, asportando fra l’altro un furgone di proprietà della medesima ditta e caricandovi numerosi capi d’abbigliamento.
La notte del 3 marzo i poliziotti della Squadra Mobile, dell’U.P.G.S.P. e del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, quella notte in servizio di controllo del territorio, procedevano al controllo di un furgone che, nella circostanza, appariva carico di merce, avendo la parte posteriore vistosamente abbassata. Intimato l’alt al veicolo, il soggetto alla guida del mezzo proseguiva la marcia, fuggendo in direzione dell’autostrada, mentre un altro soggetto scendeva repentinamente dal veicolo, dandosi alla fuga. Contestualmente, anche un’altra macchina, che precedeva il furgone con funzione di “staffetta”, tentava velocemente di scappare dal controllo di polizia.
Qualche centinaio di metri più avanti, però, dopo un inseguimento congiunto di più pattuglie, gli agenti riuscivano a bloccare sia la macchina sospetta che il furgone e, una volta apertone il vano, constatavano il gran numero di sacchi neri pieni di vestiti e, per questo, fermavano i quattro occupanti dei due veicoli.
Iniziate immediatamente le indagini per ricostruire i fatti, si appurava che il furgone risultava carico di capi di abbigliamento, asportati poco prima, come lo stesso furgone, da un’attività commerciale di Enna Bassa. Dal sopralluogo effettuato presso il negozio si accertava che il cancello e le successive porte erano state forzate ed i locali commerciali erano completamente svuotati dei capi di abbigliamento e messi a soqquadro. Il furgone invece era completamente pieno di sacchi di plastica, contenenti capi di abbigliamento, oltre 4.500 pezzi, per un valore di circa 120 mila euro. All’interno del furgone venivano rinvenuti un piccone artigianale, ed un cacciavite, attrezzi verosimilmente utilizzati dai malviventi per l’effrazione delle porte di accesso allo stabile, gli attrezzi venivano sequestrati dai poliziotti.
In quella occasione venivano dichiarati in arresto, in flagranza di reato: il 27 enne pregiudicato Valerio Bisentini; il 51 enne pregiudicato Salvatore Indelicato; il 30 enne Dario Palermo; il 31 enne pregiudicato Francesco Messina. Tutti e quattro catanesi.
La gravità del reato perpetrato dagli arestati si desumeva dalla particolare organizzazione messa in atto per finalizzare il colpo, che vedeva coinvolti diversi malavitosi, l’utilizzo di diversi veicoli, e dal fatto che venivano portati al seguito strumenti da effrazione; dai numerosi precedenti di polizia e giudiziari, di alcuni degli indagati; dalla condotta tenuta dai medesimi, che di fronte al controllo di polizia, per sottrarvisi, iniziavano una precipitosa e pericolosa fuga, percorrendo ad alta velocità la strada che dall’esercizio commerciale conduce allo svincolo autostradale della A19, vanificata soltanto dall’intervento congiunto di più unità operative che li bloccavano; dalle circostanze di tempo e di luogo, ed in particolare dall’orario notturno.
Quella notte, però, oltre ai quattro arrestati era presente almeno un quinto complice, il quale era riuscito a fuggire repentinamente dal furgone dopo il primo tentativo di controllo da parte della volante. Per tutte le ore successive, e fino alle luci dell’alba, diverse pattuglie della Polizia di Stato operarono una incessante ricerca del fuggitivo, ma non riuscirono a trovarlo.
Le successive attività di indagine svolte dagli uomini della Sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. della Squadra Mobile di Enna, attraverso un complesso lavoro di ricostruzione della presenza sul territorio della presenza di altri complici quella notte, non arrestati dai poliziotti ed in particolare proprio quelli che alla vista dei poliziotti erano scesi dal furgone carico di merce rubata, dandosi alla fuga, attraverso l’analisi dei tabulati di traffico telefonico e delle celle di aggancio, consentivano agli investigatori di individuare il quinto complice in Francesco Squillaci, provandone la partecipazione al colpo, anche nelle fasi preparatorie nei giorni precedenti e da ciò ricavandone un ruolo di rilievo nella pianificazione del furto.
Così, alla luce dell’attività di indagine, il sostituto procuratore, Francesco Augusto Rio, avanzava al Gip. l’emissione della misura cautelare a carico dello Squillaci, che il giudice accoglieva.
I poliziotti della Squadra Mobile, dopo una rapida operazione di ricerca sul territorio, raggiungevano l’uomo a Catania e lo arrestavano, accompagnandolo presso l’abitazione, in regime di arresti domiciliari. |