Nell’ambito della quinta edizione della manifestazione “Il tartufo tra i sapori d’autunno”, che si terrà a Capizzi, il 21 ottobre a partire dalle ore 18 avverrà la cerimonia di apertura della casa La Via. Dopo i saluti del sindaco di Capizzi, Giacomo Leonardo Purrazzo e la benedizione dell’arciprete, Luigi Cardella, sarà possibile ammirare uno dei palazzi più conosciuti nel piccolo centro nebroideo. Nell’occasione verranno esposti costumi d’epoca ed opere dell’artista Tano Iraci, la casa La Via sarà visitabile anche il 22, 28 e 29 ottobre.
L’immobile venne edificato all'incirca nel 1830 dal capostipite Giacomo La Via (sul portone di ingresso si notano le iniziali "GL"), un fabbro facoltoso, che venne da Nicosia e si sposò a Capizzi. Qualche anno prima aveva già acquistato il complesso di case a continuare verso via Caterina Principato e via Libertà. Da qui lo spiazzo antistante prese il nome di chianoAvìa, ossia "chiano" dove abitano i La Via, in dialetto intesi appunto "Avìa".
I figli di Giacomo, furono Pasquale, Giuseppe, i cui eredi (tra i quali un Commissario di Polizia) si sono trasferiti a Messina e cinque figlie femmine, Innocenza, Luigia, Maria Domenica, Concetta e Maricchia, le quali andarono in spose a uomini appartenenti a famiglie importanti dell'epoca, Sarra, Culò, Cacciato (ebanista), Pantaleo (la cui figlia Mariannina sposò un Testa Camillo, che ha avuto una discendenza molto prolifica) e Orlando di Caronia (appartenente a questo ramo anche i fratelli Mancuso di Sant'Agata).
Nell'albero genealogico si possono riscontrare discendenti fino ai giorni nostri.
I La Via, molto noti nel paese, nel tempo hanno anche ricoperto cariche pubbliche. Pasquale (classe 1834), laureato in giurisprudenza e il figlio Giacomo (classe 1873) furono Sindaci, Pasquale (classe 1926), consigliere e assessore comunale, primo avvocato capitino del dopoguerra, ha esercitato la professione fino a qualche anno prima della sua scomparsa.
Alla casa si accede da una scala esterna in pietra fino ad un terrazzino ("u lastricu"). Si dispone su due livelli (primo e secondo piano) ed é composta da sei piccole stanze, con affaccio sulla via Caterina Principato e quattro "cammarini" retrostanti. I bassi (dispensa, stalla e pollaio) sono realizzati con volte reali a mattoni. La casa é dotata anche di un pozzo d'acqua.
Dopo il terremoto del 1967 sono stati eseguiti lavori di consolidamento della struttura ed è stata realizzata una mansarda con terrazza.
Al suo interno si trova ancora qualche mobile antico di un certo pregio. Una credenza nella prima stanza, un comò di noce nella stanza da letto, una libreria nello studio, dove sono custoditi documenti di famiglia ed un piccolo "fondo antico" (una trentina di libri dal '700 al '900).
I proprietari hanno deciso di intitolare lo studio al loro cugino, il dottore Raffaele Mario Crocco, a ricordo suo e dell'amore che nutriva verso i libri, recentemente ed improvvisamente scomparso, figlio di Maria La Via e del fu professore Crocco, persone conosciute e stimate nella comunità capitina.
La casa, da ultimo, é stata abitata dai compianto Pasquale La Via e Anna Mancuso, assieme ai figli Piergiacomo, Gabriella ed Antonio fino al 1971 ed anche durante il periodo estivo dopo che la famiglia si trasferì a Nicosia.
L'apertura di casa La Via vuole rappresentare un modesto contributo di conoscenza di un segmento di storia di una famiglia originaria di Capizzi.
I proprietari stanno pensando di istituire la fondazione "avv. Pasquale La Via", intitolata al loro padre, con sede legale in questa casa. La fondazione avrà scopi filantropici ed umanitari. Inoltre darà vita ad eventi culturali di interesse sociale e si proporrà di agire per la valorizzazione e promozione del territorio, soprattutto delle aree interne della Sicilia. |