Il 30 ottobre 2016 è stato firmato tra Unione Europea e Canada il trattato CETA (Comprehensive Economie and Trade Agreement), si tratta di un accordo economico che si pone come obiettivo fondamentale di procedere alla progressiva liberalizzazione degli scambi tra i due mercati continentali, assicurando alle merci il trattamento disposto a livello nazionale e avviando un'attività di riduzione o soppressione reciproca dei dazi doganali sulle merci originarie, assicurando l'astensione dall'adozione o dal mantenimento in vigore di divieti o restrizioni all'importazione e all'esportazione delle merci.
Ciascun Stato membro dell’Unione Europea dovrà ratificare il trattato per renderlo efficace nel proprio territorio, attualmente è in fase d’approvazione in Italia.
Contro questo accordo economico si è schierata da tempo la Coldiretti, l’associazione degli agricoltori ritiene che il CETA introduce sostanzialmente un meccanismo di acritica deregolamentazione degli scambi e degli investimenti che non giova alla causa del libero commercio e pregiudica in modo significativo la qualità, la competitività e l'identità del sistema agricolo nazionale, in quanto all'entrata in vigore dell'accordo è previsto l'annullamento di circa il 98% di tutte le tariffe dell'Unione europea, ma, d'altra parte, la cooperazione regolamentare conduce alla graduale eliminazione delle regole che, nei diversi settori della sanità pubblica, della sicurezza degli alimenti, della protezione dei consumatori e dell'ambiente, possono essere ritenuti di ostacolo alla libertà del commercio. La Coldiretti chiede che il Governo ed i parlamentari italiani si chiede non votino a favore della ratifica dell'accordo e impediscano l'entrata in vigore in via provvisoria.
La Coldiretti di Enna ha inviato ai sindaci ed ai presidenti dei consigli comunali della provincia una proposta di delibera, una discussione che condivida l'azione di Coldiretti per un commercio libero e giusto e per un'Europa libera dal CETA.
Il Ceta sostanzialmente danneggia il made in Italy, dall’accordo si rileva che all'Italia sono riconosciute appena 41 indicazioni geografiche a fronte di 291 Dop e Igp registrate; con la conseguente rinuncia alla tutela delle restanti 250 ed impatti gravissimi sul piano della perdita della qualità dei prodotti nostrani.
Il 24 luglio il punto è stato discusso in consiglio comunale, ottenendo 10 voti favorevoli, due astenuti ed un solo voto contrario, quello del consigliere Filippo Giacobbe, che ha motivato il suo voto non condividendo e ritenendo opportuno un maggiore approfondimento e confronto. Il consigliere Giacobbe per le notizie che ha acquisito, ritiene che l'accordo con il Canada, che si vorrebbe ostacolare con questa proposta, porterebbe dei vantaggi e benefici ai prodotti italiani.
Il 14 agosto anche la giunta comunale di Nicosia ha approvato il documento della Coldiretti.
Sergio Leonardi |