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Nicosia, Alain Calò racconta la sua ‘’Arte, comunicazione e cultura… nel Bicentenario’’

14/07/2017 - Nicosia, Alain Calò racconta la sua ‘’Arte, comunicazione e cultura… nel Bicentenario’’

Son passati già alcuni giorni dalla conclusione della grande kermesse “Arte, comunicazione e cultura… nel Bicentenario” e ho pensato di scrivere qualcosa non tanto per inutile ed infantile autoincensazione (tipica di certi professionisti della cultura… i dati parlano da soli e molta gente mi ferma per strada o mi contatta su Facebook chiedendomi di ripetere al più presto la manifestazione ) ma semplicemente per riportare una mia esperienza. Un’esperienza che mi ha aiutato a comprendere quali sono innanzitutto i miei punti forti e le mie debolezze. Ma anche i punti forti e le debolezze di Nicosia. Un mio punto di vista che chi vorrà potrà leggere e, eventualmente, accogliere (o cestinare).

Mi sovvien per prima cosa quanta gente ho conosciuto. Di giorno in giorno.

Ho conosciuto, durante la premiazione del 9, una realtà giovanile Nicosiana forte e determinata. Collaborativa e fattiva.

Ho conosciuto Roberta Macrì. La voglia di riscatto, la voglia di non perdersi in inutili vittimismi. La voglia di alzare la testa nonostante tutte le difficoltà. La voglia di vivere!

Ho conosciuto Valentina D’Alessandro. Ho meglio, l’ho conosciuta finalmente nella veste di cantante (non ci crederete, ma è così!). E assieme a lei ho conosciuto Claudio, Alessia e Miriam. Il loro spirito collaborativo. Di squadra che ha permesso di creare una bellissima cover di “Meraviglioso” che ancora riecheggia nella mia mente.

Ho conosciuto Leonardo. O meglio (lo conoscevo già), ho conosciuto il fatto che c’è chi ama (metto, umilmente, come me) mettersi in gioco. Provare “a provare”. E non abbattersi davanti agli imprevisti. E superanredo le difficoltà improvvisando. Cercando di continuare sempre.

Ho conosciuto tante persone. Tante realtà. Da tutta Italia. Persone con idee. Con qualcosa da voler dire. Con suggerimenti e critiche costruttive.

Ho stretto più di 1500 mani.

Ho conosciuto una persona umile. Una persona saggia. Ho conosciuto Cristiano Magdi Allam. Una persona che ho il piacere di definire amica. Una persona che accoglie le perplessità, che cerca di fare qualcosa per aiutare il più debole. Una persona che cerca di ricordarsi di tutti e si ferma a salutare una per una tutti i presenti in una sala. Che ama il confronto dialettico. Una persona unica…

Ho conosciuto Nadia Presotto. Una signora gentilissima. Cordialissima e veramente molto ma molto brava umanamente e professionalmente. I suoi dipinti mi hanno creato un forte senso di serenità. Spesso sono andato alla sua mostra solo per cercare di rilassarmi (e confesso che lì dentro ho anche preparato un mio esame universitario).

Ho conosciuto Valerio Musumeci. Un giovane combattente per le proprie idee. Ho avuto il piacere di confrontarmi con lui assieme ad un caro amico quale Michele Schillaci in un evento adottato dal Rotaract sotto la direzione di Manfredi Restivo.

Ho conosciuto l’orgoglio di un quartiere quale Santa Maria Maggiore. Ho ricevuto tanto da questo quartiere. La fiducia in primis. E l’accoglienza. Dal parroco Gaetano Giuffrida agli amici Pippo, Pietro, Ina e, nuovamente Valentina (qui era attrice del mio cortometraggio).

Ho conosciuto la bella realtà giovanile della chiesa di Sant’Antonio Abate ben gestita da Santino Barbera. Ho conosciuto i ragazzi con le loro idee, le loro speranze, i loro sogni, le loro perplessità. E ho conosciuto il prof. Michele Di Fini non solo come professore di lettere ma anche come guida.

E poi ho conosciuto tanti relatori. Tanti libri presentati. Dagli Atti di Storia Locale, al libro della professoressa Gangitano. E di Maria Angela Casano. E di Enza Giangrasso. E di Andrea Giardina. I messaggi nei cortometraggi di Beppe Manno. Le opere teatrali.

Ho conosciuto la bella realtà del coro lirico Sinfonico “Città di Enna”. Grandi le emozioni della serata finale. E, in mezzo, non dimentichiamo i tanti convegni. Sulla battaglia di Lepanto. Sullo Stemma di Pietro II D’Aragona. Sulle rivalità tra Mariani e Nicoleti. Ho visto un ambiente pronto alla collaborazione e al dialogo. Soprattutto in questi convegni. Momenti di confronto dove nessuno si ergeva “ex cathedra” ma tutti cercavano di porre domande e dare contributi con le proprie idee e conoscenze. Questa è la grandezza anche dei relatori. E qui forte è il mio ringraziamento per Giovanni D’Urso. Mi colpì molto quando, durante i 15 giorni, mi disse che volentieri condivideva con tutti i suoi lavori di ricerca. La grandezza si vede anche e soprattutto da questo.

Ho visto e apprezzato 4 mostre. Dai libri antichi di Giuseppe Raspanti alle foto di mio Padre. Dalle opere finaliste del premio artistico Calò fino alla mostra di Adriano La Blunda “Le opere del Gagini a Nicosia”.

E qui, adesso, mi vien da pensare ai nostri “punti di forza”:

Abbiamo tanta, tantissima gente che, in nome del nobile spirito del servizio, si spende, volentieri, per la cultura e per Nicosia.

Abbiamo moltissime associazioni pronte a collaborare e a dare un prezioso contributo (penso al Rotaract, a Città Invisibili, all’Ecomuseo Petra D’Asgotto, Telenicosia e 94014…) senza chiedere nulla in cambio, solo per spirito di “fare”.

Abbiamo delle autorità civili e religiose attente e sensibili che tanto stanno facendo per far esplodere il “NeoRinascimento Nicosiano” (Penso alla Curia che ha voluto fortemente l’evento, ma anche all’Amministrazione Comunale, sempre presente e pronta ad aiutarci).

Abbiamo un forte spirito di coesione che potrebbe portarci lontano.

Abbiamo forte anche il senso di collaborazione tra generazioni. Già dai coordinatori. Ho avuto l’onore infatti di lavorare insieme al prof. Michele Di Fini (mio già professore di lettere al liceo classico) e a Riccardo Fiscella (con il quale condivido l’avventura dell’I.R.S.S.A.F. e quindi della sede nicosiana dell’Unitelma Sapienza). I 15 giorni e il premio sono nati grazie alle forze e alle conoscenze che tutti noi abbiamo messo a disposizione. Sempre per spirito di Servizio. Accanto, inoltre, abbiamo avuto molta gente “privata” pronta a sostenerci. La mia famiglia in primis.

Questi punti di forza sono promettenti per smentire chi pensa che “di cultura non si mangia” e che Nicosia è un paese morto.

Ed ecco però le nostre debolezze:

Con le nostre forze possiamo raggiungere immense vette, ma abbiamo le nostre “fiere” che cercano sempre di scaraventarci in “Basso Loco”. Le “fiere” rappresentate dalla critica distruttiva, frutto di una cieca invidia da parte di chi non “è stato invitato”. O, che alla fine è la stessa cosa, frutto di una cieca superbia da parte di chi, non si sa a quale titolo (maledettissimi titoli!), “non è stato trattato per come bisognava trattare uno della propria altezza”. E vabbè, l’altezza di chi, non ottenendo il tappeto rosso più volte anche esplicitamente richiesto, critica aspramente, vantando i propri titoli (…), in maniera sconclusionata un evento nel quale, magari, ha anche partecipato e non ha avuto il coraggio di “lasciare” nel momento in cui belli erano i complimenti.

Lo scopo di questa manifestazione è stata un’apertura al territorio. Un’apertura alla collaborazione. Un’apertura alla libertà. Chi si vanta di essere uomo libero, laico e chissà quale altra caratteristica non è affatto libero proprio perché schiavo di una cultura laica e con le altre caratteristiche autoimposte. La vera libertà è accettare tutte le culture. O meglio, accettare l’unica vera cultura scevra da ogni etichetta (quelle che dicono i “sapientoni” sono le “sub-culture”, i compartimenti stagni delle culture cattoliche, laiche, musulmane, buddiste, induiste a livello religioso… fasciste, comuniste, socialiste, democristiane per la politica… Asiatiche, Occidentali, Africane per la geografia e poi chissà quale altra stupida divisione possiamo creare). Ma vabbè… non cito un Francesco De Gregori vittima di siffatta “ingegnosa mostruosità” da parte di chi ancora continua imperterrito (perseverare diabolicus) a “schedare” ogni evento o persona che fa cultura.

La Cultura è come un puzzle. Se non unisci tutti i pezzi non hai concluso nulla. E il puzzle della cultura, una volta completato, dà libertà e dà la vera conoscenza (e intelligenza). Dobbiamo capire che un “mega laureato” non ha matematicamente una conoscenza (e una intelligenza) maggiore di uno con la quinta elementare. Di fatto, rapportandomi a ciò che vedo, spesso certi “mega laureati” hanno un’intelligenza paragonabile a quella di un bambino di un anno (con tutto il rispetto… per il bambino). Perché quindi non ascoltare anche e soprattutto il piccolo? Il micro? Il Non laureato? La periferia? Gli ultimi? Lo scopo di questi giorni è stato proprio questo: La riscossa degli ultimi.   

Scrivendo queste riflessioni mi vien da pensare anche alle mie debolezze. So bene che a volte mi lascio trascinare dalle polemiche sterili e inutili. So bene che ancora la mia esperienza è quasi nulla. E so anche bene che ho fatto degli errori in questi giorni. E mi scuso dei miei errori. Questi errori che, ancor più dei successi, serviranno ad arricchirmi personalmente e a crescere moralmente.

L’unico pentimento resta, a fronte di un bilancio positivo non solo di questi 15 giorni, ma anche di tutta questa mia riflessione (ormai generale) sui punti di forza e debolezza di Nicosia, il fatto che conciliare amore e vita per me è qualcosa di quasi utopico. Come molti giovani anche io so di dover andare.  

Ma non escludo il ritorno…

Alain Calò

 

FOTO e VIDEO:

Nicosia, Alain Calò racconta la sua ‘’Arte, comunicazione e cultura… nel Bicentenario’’


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