Michele Castrogiovanni e Salvatore Migliosini hanno organizzato, nel pomeriggio del 19 giugno, il secondo incontro di “Prendiamo in mano il nostro futuro”, significativa la location scelta per questo evento: la sala udienze dell’ex palazzo di giustizia.
L’interessante incontro ha visto come protagonista Giuseppe Costanza, l’autista di fiducia di Giovanni Falcone, uno dei quattro uomini sopravvissuti alla strage di Capaci del 23 maggio 1992.
Dopo un breve filmato che ha ricordato le figure di Falcone e Borsellino, hanno introdotto l’incontro i due organizzatori, Michele Castrogiovanni e Salvatore Migliosini. E’ intervenuto al dibattito il sindaco di Nicosia, Luigi Bonelli, un intervento che non si soffermato solo ai saluti istituzionali, ma che ha analizzato a grandi linee il complesso fenomeno mafioso.
Giuseppe Costanza ha raccontato le parti essenziali della sua esperienza lavorativa a fianco del giudice Falcone, per ben otto anni, vivendo a stretto contatto con il magistrato ha raccontato i suoi primi momenti dell’esperienza da autista, correlati a fatti storici conosciuti, visti attraverso la sua esperienza di vita. Dall’attentato fallito all’Addaura del 1989, ai rapporti con il Csm, che preferì sostituire il capo del pool antimafia Caponnetto con il magistrato Antonino Meli, posto che spettava a Giovanni Falcone per l’esperienza acquisita. Costanza ha raccontato dell’altro smacco subito da Falcone nel 1990, quando Pietro Giammanco fu nominato procuratore di Palermo e fu smantellato il pool antimafia.
La decisione di Falcone di andare a lavorare Roma, fino agli attimi poco prima della strage che uccise il magistrato, la moglie e tre uomini di scorta.
Da quel momento la vita di Giuseppe Costanza cambiò per sempre, dai primi attimi di solidarietà delle istituzioni, fino all’abbandono totale, all’oblio e con lui furono dimenticati ed abbandonati anche i tre uomini della scorta sopravvissuti all’attentato, Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Per oltre 20 anni Costanza non è stato invitato alle commemorazioni delle stragi, non è stato ascoltato, l’opinione pubblica ha dimenticato il suo ruolo, la storia lo ha quasi cancellato. Solo di recente sono riemerse le sue testimonianze scomode, attraverso il libro “Stato di abbandono”, un racconto biografico del suo lungo rapporto con il giudice, di ciò che ha patito dopo la strage dalle istituzioni, isolato e strumentalizzato dall'informazione. Costanza ancora oggi è un uomo che combatte per i propri diritti.
Interessante il dibattito che si è sviluppato dopo la testimonianza di Costanza, con le persone presenti in sala, sono emersi diversi aspetti anche personali ed intimi dell’ex autista di Falcone, a tratti interrotti dalla commozione nel ricordare ancora oggi dopo 25 anni certi episodi.
E’ stato un incontro importante per far capire i diversi aspetti di una storia ancora poco chiara, velata da troppi misteri, a cui Costanza tenta di dare una risposta in base alla sua esperienza ed alla sua testimonianza.
Dopo l’incontro organizzato nel mese di marzo sulla mafia dei Nebrodi, Castrogiovanni e Migliosini hanno voluto affrontare e porre all’attenzione un altro aspetto della nostra storia e della criminalità organizzata, un approccio non banale di sicuro interesse storico, che si spera possa continuare con altri incontri di questo valore e di questa portata.
Sergio Leonardi |