Nella giornata del 9 giugno, la Polizia di Stato ha proceduto all’esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare del divieto di avvicinamento all’abitazione, ai luoghi frequentati dalla vittima e di comunicazione con la medesima, nonché dell’obbligo di dimora, disposta dal Gip presso il Tribunale di Enna, nei confronti del 48 enne pregiudicato ennese B.A..
Il provvedimento cautelare, emesso su proposta dei Sostituti Procuratori della Repubblica Giovanni Romano e Francesco Lo Gerfo, è stato eseguito dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Enna. L’uomo risulta gravemente indiziato di reiterate condotte persecutorie, lesioni aggravate e danneggiamento, nei confronti della moglie per averla più volte picchiata, distruggendole gli oggetti della casa, privandola di denaro, chiavi dell’auto, ingiuriandola, pedinandola, tagliando addirittura i tubi dei freni della sua autovettura, un efferato gesto, quest’ultimo, che poteva provocare una tragedia.
Dopo decenni di maltrattamenti subiti nel corso della convivenza, a Enna, la donna decideva di lasciarlo, ma l’uomo non ci stava e anzi diventava ancora più violento, tanto da spingere la moglie a denunciarlo alla Polizia di Stato. Come se ciò non bastasse, dopo insistenti e fallimentari tentativi di avvicinare la donna, vedendosi sempre più rifiutato, il marito, accrescendo il suo stato d’ira, architettava una pericolosissima trappola: tagliava i freni dell’auto in uso alla moglie e, per indurla a mettersi alla guida, le mandava alcuni messaggi.
In particolare, a seguito di un ennesimo episodio, la donna chiamava la Polizia di Stato al numero d’emergenza “113” e, nel riferire di temere una possibile aggressione da parte del proprio marito, con il quale era in fase di separazione, chiedeva l’intervento di una pattuglia delle volanti, presso l’abitazione dove si trovava e dove poco prima si era presentato l’ex coniuge. La signora, nella circostanza, riferiva ai poliziotti che il suo timore circa una probabile aggressione in suo danno da parte del marito, fra l’altro, derivava da un ennesimo grave episodio riscontrato quel giorno, consistente nel taglio del tubo in gomma del sistema frenante della sua autovettura. Nello specifico, il tubo era stato tagliato con un taglierino. La povera donna, a tal proposito, riferiva che nella mattina precedente aveva parcheggiato il veicolo nel centro storico di Enna, nei pressi dell’abitazione di una parente. Dopo aver ripreso l’autovettura, nella tarda mattinata, una volta uscita dal parcheggio, azionava il pedale dei freni e, con sua grande sorpresa, pigiando il piede nell’apposito pedale, lo stesso andava a vuoto. Fortunatamente, la donna, utilizzando il freno a mano, riusciva a bloccare il veicolo e, una volta riparcheggiatolo, contattava un meccanico, il quale le diagnosticava il danneggiamento dei freni, e in particolare la rottura del tubo in gomma che alimenta l’olio del sistema frenante del veicolo, gesto quindi doloso.
Nel proseguimento dell’attività investigativa, i poliziotti ennesi visionavano il sistema di video sorveglianza cittadino, nei pressi del luogo dove era parcheggiata l’auto della donna. Dalla visione delle immagini gli investigatori riconoscevano proprio le fattezze del B.A., il quale veniva immortalato nei frangenti in cui si abbassava sotto le ruote anteriori verosimilmente per armeggiare sulla macchina, per diversi secondi, utilizzando un oggetto che prelevava e riponeva nella tasca dei pantaloni.
Inoltre, ad aggravare la condotta del marito, si evidenziava che dopo aver danneggiato il sistema frenante del veicolo della moglie, durante la giornata, provava a chiamarla, le inviava degli sms, sollecitandola a spostare l’auto, per la presenza di fantomatici vigili e di un carro attrezzi, che avrebbero potuto rimuovere l’auto.
Le positive risultanze d’indagine, acquisite dagli investigatori ennesi, venivano consegnate alla Procura presso il Tribunale di Enna che, valutata la fondatezza de fatti, proponeva l’applicazione di una misura cautelare accolta dal Gp, che disponeva a carico dell’uomo la misura del divieto di avvicinamento all’abitazione, ai luoghi frequentati dalla vittima e di comunicazione con la medesima, nonché l’obbligo di dimora nel comune di Enna, con rigide prescrizioni orarie di permanenza domiciliare. |