Nell’ambito di una vasta attività d’indagine, sotto la direzione del Procuratore Massimo Palmeri, coordinata dal sostituto procuratore Francesco Rio, dando seguito all’ordinanza emessa dal Gip Maria Luisa Bruno, la Procura della Repubblica di Enna il 31 maggio ha dato esecuzione ad un sequestro preventivo per un valore pari a circa 300 mila euro, nei confronti di P.F.V, S.V.N e P.P e L.S di Enna, T.G. di Castel di Judica, D.A.R., V.F e N.V. di Vizzini, G.G. di Caltagirone e S.V.N. di Piazza Armerina, tutti indagati per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e riciclaggio.
Questi i frutti di una capillare attività d’indagine portata avanti dal personale della sezione di polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Enna, dell’ex Corpo Forestale dello Stato oggi Unità Tutela Forestale, Ambientale e Agroambientale dei Carabinieri, espletata in sinergia con tutto il personale della sezione Carabinieri e Guardia di Finanza e del Nucleo Investigativo Carabinieri di Enna.
Le indagini riguardano nello specifico la percezione di contributi comunitari per l’agricoltura erogati tramite Agea in favore di aziende agricole a vario titolo riconducibili agli indagati.
L’attività investigativa, ancora in corso, nei confronti di centinaia di altri soggetti della Provincia di Enna, Catania e Messina, ha accertato percezioni indebite per oltre 80 mila euro complessivi.
L’inadeguatezza dei controlli sull’agricoltura effettuati in questi ultimi dieci anni ha, infatti, permesso a detti soggetti di creare un sistema truffaldino con utili paragonabili a quelli del traffico delle armi o della droga, ma con minori rischi dal punto di vista penale.
I falsi e le truffe sarebbe stati realizzati e agevolati grazie alla complicità dei Centri Assistenza Agricola. Infatti, il decreto di sequestro preventivo oltre ad essere stato notificato ai soggetti che hanno percepito indebitamente le somme da parte di Agea, è stato eseguito anche nei confronti dei responsabili e operatori dei Caa che hanno inserito e validato le domande di aiuto.
Dall’indagine è emerso che gli indagati, non solo utilizzavano indebitamente particelle catastali di terreni ricadenti nel territorio siciliano, ma dichiaravano anche il possesso o la proprietà di beni demaniali sia in Sicilia che in altre regioni d’Italia, attraverso la presentazione di falsi contratti di conduzione e dichiarazioni sostitutive.
Inoltre, le investigazioni svolte hanno permesso di sviluppare un’attenta analisi sull’attribuzione ed il successivo passaggio dei titoli Agea, attribuiti dalla Riserva Nazionale che ha messo in evidenza una falla nel sistema di attribuzione dei relativi contributi comunitari.
La Procura di Enna sta verificando se esista o meno una regia comune in ordine alle consistenti truffe perpetrate dai soggetti coinvolti. |