Pubblicato il 14 aprile, sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, il decreto ministeriale 70 del 2 aprile 2017, che riguarda la riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana.
Si tratta di 92 pagine, tre articoli, una relazione di analisi del contesto sanitario regionale ed una serie di tabelle ed allegati, nelle quali sostanzialmente vengono confermate tutte le precedenti ipotesi sulla riorganizzazione degli ospedali siciliani. Saranno 7 gli Hub, ovvero gli ospedali di secondo livello, 22 gli Spoke, ovvero quelli di primo livello, 14 ospedali di base, 11 di zona disagiata ed un ad alto rischio ambientale.
Tra i dati pubblicati, rilevante quello che riguarda lo spostamento dei cittadini per le cure sanitarie al di fuori della propria provincia di appartenenza o fuori regione. La provincia di Enna ha i dati più elevati, il 35,3 % di uomini ed il 31,3 % di donne si muove al di fuori della propria provincia per cercare cure sanitarie, mentre il 5,3 % di uomini ed il 4,9 % di donne va fuori dalla regione. Un dato significativo che fa comprendere la fiducia dei cittadini e l’offerta sanitaria delta provincia di Enna.
L’assessorato regionale alla sanità ha previsto per la provincia di Enna l’inserimento una macroarea che comprende anche le province di Agrigento e Caltanissetta, composta da poco meno di 900mila abitanti, in quest’area sono previsti un ospedale di secondo livello (HUB), il S. Elia di Caltanissetta, quattro ospedali di primo livello (SPOKE), S. Giovanni Di Dio di Agrigento, Sciacca-Ribera, Vittorio Emanuele di Gela e Umberto I di Enna, quattro ospedali di base, Barone Lombardo di Canicattì, San Giacomo Altopasso di Licata, Chiello di Piazza Armerina e Basilotta di Nicosia. Quattro ospedali di zona disagiata Maria Immacolata Longo di Mussomeli, S. Stefano di Mazzarino, Ferro-Branciforti-Capra di Leonforte e Suor Cecilia Basarocco di Niscemi.
Per la situazione dei punti nascita siciliani, vengono confermati quelli di Bronte, Licata, Nicosia, Corleone, Pantelleria e Cefalù, anche se alcuni di questi reparti (Licata, Corleone, Pantelleria e Cefalù), sono chiusi per adeguamento, per mancanza di personale o in fase di valutazione. Chiusi definitivamente i punti nascita di Mistretta, Lipari, Niscemi, Barcellona, Mazzarino, Piazza Armerina, Leonforte, Augusta, Alcamo, Paternò e Petralia.
Definita anche la mappa dei mezzi di soccorso avanzato (MSA), in provincia di Enna sono previste sei postazioni, a Enna Alta, Enna Bassa, Piazza Armerina, Pieraperzia, Regalbuto e Troina, si tratta di autoambulanze con a bordo soccorritori (di cui uno nelle vesti di autista), un infermiere e un medico.
Nelle tabelle allegate abbiamo notato un errore abbastanza grave, l’allegato due, pubblicato a pagina 68, presenta la vecchia conformazione della rete ospedaliera prevista l’estate scorsa e che creò diverse polemiche. In questa tabella si legge che in provincia di Enna esiste un ospedale riunito (SPOKE) composto da Enna, Leonforte e Piazza Armerina ed il Basilotta diventa un ospedale di zona disagiata. Addirittura è previsto come HUB il Cannizzaro di Catania o il Civico di Palermo. Tabella confermata a pagina 72 della Gazzetta Ufficiale.
Errore corretto nell’allegato tre di pagina 76, l’ospedale di Nicosia, come da previsione, ne esce fortemente ridimensionato, previste solo due unità operative complesse, medicina generale ed ortopedia e tre semplici, ostetricia e ginecologia, geriatria e neonatologia. Chirurgia generale viene declassata a struttura semplice dipartimentale.
Previsti anche i reparti per recupero e riabilitazione funzionale, neuro riabilitazione, lungodegenti, radiologia, centro trasfusionale, laboratorio d’analisi, pronto soccorso, anestesia, e farmacia.
L’ultimo allegato è un crono programma che parte dal 31 dicembre 2017 e si conclude a fine 2018, con il quale si indica la strada per ricondurre gli scostamenti entro gli standard previsti dal decreto Balduzzi.
Si attendono ora le reazioni da parte degli interessati e le eventuali correzioni promesse se mai ci saranno.
Sergio Leonardi |