L’incontro tra l’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi e la delegazione nicosiana composta dal sindaco di Nicosia Luigi Bonelli, dalla presidente del Consiglio comunale Annarita Consentino e dai membri del Comitato Pro Ospedale, Alberto Murè, Antonio Casale e Roberto Bonomo, accompagnati dal sindaco di Capizzi Giacomo Leonardo Purrazzo e dal sindaco di Troina Fabio Venezia, sembra aver ottenuto un’apertura e delle promesse sulla revisione della rete ospedaliera che riguarda il presidio ospedaliero Basilotta.
Durante la riunione è apparso un assessore infastidito dalle critiche a suo modo di vedere troppo eccessive, sia da parte della popolazione che degli amministratori locali, forse ritenuti “ingrati” per quanto fatto fino ad oggi dal suo ufficio per il “salvataggio” del nosocomio nicosiano. Hanno dato fastidio soprattutto le minacce del sindaco di bruciare la fascia o quelle del dottore Murè di incatenarsi davanti alla sede dell’assessorato.
L’assessore non comprende quali siano le promesse che non ha mantenuto, dimenticando, forse, che quanto promesso e stilato davanti alla VI commissione all’Ars era ben altra cosa rispetto alla rete ospedaliera trasmessa al Ministero della Salute.
In ogni caso l’assessore Gucciardi ha fatto capire che si tratta solo di un piano sul quale, dopo l’approvazione del Ministero, sarà possibile apportare delle revisioni in quanto esistono dei margini di manovra. L’ennesima promessa riguarda il passaggio in unità operativa complessa per la chirurgia con otto posti letto e 4 posti letto per la chirurgia diventata unità operativa semplice. In questa revisione sarebbe prevista anche l’istituzione della direzione sanitaria, che renderebbe indipendente l’ospedale di Nicosia da quello di Enna. L’assessore ha spiegato che la presentazione della rete ospedaliera al Ministero è uno dei tanti passi della riforma sanitaria siciliana che si concluderanno solo alla fine del 2018. In questo momento uno degli obiettivi preminenti dell’assessorato è bandire i concorsi per coprire i posti vacanti nelle strutture ospedaliere.
Appaiono soddisfatti gli intervenuti all’incontro “Non possiamo che esprimere grande soddisfazione per l’approvazione e per il risultato ottenuto, già peraltro discusso e affrontato anche con il presidente On. Pippo Digiacomo in VI commissione sanità che ringraziamo per il risultato ottenuto”, l’affermazione è inserita in un comunicato, diffuso nella serata del 3 aprile, dal Comitato Pro Ospedale ”La discussione scaturita intorno al ridimensionamento del presidio ospedaliero, fermo restando le rassicurazioni dell’assessore regionale alla sanità, che in sede di riunione alla presenza dei sindaci e dei componenti il comitato ha chiarito che non ci saranno chiusure ne ridimensionamenti, fa emergere con forza il richiamo dei sindaci sulla necessità di un confronto costante e trasparente tra istituzioni e territori”.
“Oggi è stato raggiunto il risultato fermo e concreto di un mantenimento della struttura come da configurazione proposta e condivisa dall’assessore. Un buon risultato frutto di un lungo percorso politico e istituzionale, una lotta che porteremo avanti tutti insieme”, dichiarano i sindaci dei comuni limitrofi.
“Incassato questo risultato” dichiara il sindaco Bonelli “ora vigileremo sullo scenario futuro stimolando le istituzioni a garantire la copertura dei posti carenti di personale necessario al corretto e sicuro funzionamento del presidio, ponendo così fine ad una situazione di incertezza, ma anche di preoccupazione per una comunità che ha visto in evidente pericolo l’attività futura dell’ospedale Basilotta”.
Tutte le dichiarazioni riflettono un sano ottimismo che non capiamo da cosa venga alimentato. Dopo l’audizione alla VI commissione all’Ars molte promesse non sono state mantenute, non si capisce per quale motivo si dovrebbe credere ora alle parole di un assessore che nei fatti è stato smentito molte volte, con reti ospedaliere presentate e disarticolate nel giro di qualche giorno. C’è da sperare che non si tratti delle ennesime promesse da marinaio per tener calma una piazza che ormai non crede più ad alcuna dichiarazione proveniente dai palazzi del governo.
Sergio Leonardi |