Con una lettera indirizzata al Ministro della salute, al Sottosegretario Ministero della Salute, all’Assessore Regionale della Salute e al presidente della VI Commissione all’ARS, il Comitato Donne Pro Ospedale di Nicosia, esprime le proprie preoccupazioni per le sorti del punto nascita di Nicosia. Questo il testo integrale inviato alle istituzioni.
Facciamo parte del Coordinamento Donne Pro Ospedale di Nicosia, provincia di Enna, Sicilia. Il nostro territorio si trova in una zona interna, montana, disagiata, periferica e lontana dalle aree metropolitane. La nostra città e l’indotto circostante sono stati i primi a soffrire, in questi anni, a causa dei tagli dovuti all’organizzazione, alla programmazione, alla gestione economica della Sanità e della rete ospedaliera da parte della Regione Sicilia.
Tagliare servizi nelle aree disagiate e periferiche significa condannarle al declino e alla depressione economica.
Da qualche anno è in atto un processo che sta portando a svuotare sempre più il nostro territorio. Ci hanno già tolto, infatti, il Tribunale e il Carcere e molti altri servizi. Inoltre le nostre zone sono colpite da un alto tasso di emigrazione e di disoccupazione. La fuga delle intelligenze ci fa perdere il nostro tesoro più prezioso, la nostra forza biologica: i giovani. Lo stato di abbandono è aggravato dall’assenza dello Stato e delle istituzione che si fanno sorde a qualsiasi richiesta di intervento.
In queste condizioni risulta difficile per la nostra comunità, di gente per lo più anziana, pensare di poter rispettare i parametri necessari per mantenere i servizi a disposizione. Il danno e la beffa. A tutti quei giovani che restano, che eroicamente decidono di creare una famiglia e fare dei figli vorremmo venisse garantita almeno l’assistenza, la cura e l’esito del parto, l’esperienza più bella e più naturale che la vita abbia regalato alle donne.
La nostra gente è costretta a percorrere molti chilometri di strade impervie per raggiungere gli ospedali dotati di servizi idonei a garantire assistenza e cura. In questo quadro così desolante, il nosocomio di Nicosia dà speranza. Col suo Punto Nascita e l’assistenza pediatrica riesce a tranquillizzare tutte quelle donne che altrimenti vivrebbero il momento più bello della loro vita con paura e col timore di non farcela .
L’Ospedale “Basilotta” di Nicosia ha fornito finora e continua a fornire un servizio fondamentale a tutte le donne dei paesi limitrofi che vi gravitano.
Il Percorso Nascite Nazionale ha diffuso un documento classificando come “un serio problema di sicurezza” la necessità di chiudere i punti nascita sotto i 500 parti annui.
Noi riteniamo, invece, che il criterio di sicurezza non possa essere affidato ad una convenzione numerica. Altri fattori concorrono alla sicurezza o alla mancanza della stessa, come per esempio: la configurazione orografica del territorio, le condizioni meteorologiche, le comunicazioni stradali impervie, i tempi di percorrenza, le possibilità reali che il servizio dell’elisoccorso presenta, i servizi 118, la continuità assistenziale per garantire il parto in sicurezza. Condizioni che diventano molto complicate per chi, come noi, vive in media o alta montagna e in aree disagiate, rurali e periferiche. Sono le condizioni dissestate in cui versano le nostre strade e i nostri territori che mettono a repentaglio la vita delle partorienti e dei nascituri.
Noi chiediamo, pertanto, che questo debba essere il vero riferimento per un’analisi attenta ed una seria riflessione sulla razionalizzazione dei punti nascita, senza fermarsi ad un freddo e rigido calcolo statistico.
Oltre al punto nascita, ovviamente, come donne siamo interessate affinché tutto il nostro ospedale rimanga e addirittura venga potenziato, perché riteniamo la salute un diritto da garantire a tutti e perché “quando le donne stanno bene, tutto il mondo sta meglio”.
Noi ci auguriamo che la politica acquisisca una nuova sensibilità, affinché si occupi della salute pubblica con un piano programmatico e di sistema orientato ad invertire questa scellerata tendenza, favorendo il decentramento del servizio sanitario ed evitando gli ingorghi e gli intasamenti negli ospedali maggiori, per una migliore qualità di vita dei pazienti e del personale ospedaliero.
Saremmo liete di presentare personalmente le nostre istanze alla Ministra Lorenzin, pertanto la invitiamo a venire in Sicilia e nella nostra città per constatare di persona lo stato di isolamento, di disagio e di depauperamento nel quale versa il nostro territorio.
Sperando che questo nostro appello possa essere utile per evitare che le nostre zone vengano private di un servizio essenziale e importante come quello del Punto Nascita dell’Ospedale di Nicosia, ringraziamo per la cortese attenzione.
Coordinamento Donne pro Ospedale di Nicosia |