Nei giorni scorsi in città si era sviluppato un dibattito sull’adesione volontaria del Comune di Nicosia al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, un dibattito in consiglio comunale ed un’assemblea pubblica avevano acceso i riflettori su una problematica di sicuro impatto emotivo sui cittadini. Erano emerse diverse posizioni in maggior parte favorevoli all’adesione, ma anche molte perplessità. Con una delibera di giunta del 10 marzo, il Comune di Nicosia ha aderito formalmente allo Sprar, sistema regolamentato dalla legge 189/2002.
L'obiettivo prioritario del circuito di accoglienza Sprar è l'integrazione e l'inclusione dei cittadini stranieri con uno status legale specifico ovvero rifugiati, richiedenti protezione internazionale e titolari di protezione umanitaria. Si tratta di immigrati di secondo livello già identificati e controllati a livello sanitario.
Il 27 agosto 2016 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un avviso pubblico che regolamenta questa materia, riprendendo un decreto del Ministero dell’Interno dello stesso mese, in pratica i Comuni che aderiscono a questo sistema potranno accedere al Fondo Nazionale per le Politiche e di Servizi d'Asilo presso il Ministero dell’Interno dopo la presentazione di progetti relativi all’accoglienza richiedenti e titolari di protezione internazionale e dei loro familiari. Questo fondo prevede il finanziamento del 95% dei costi sostenuti per lo svolgimento dei servizi necessari per garantire l'accoglienza dei cittadini extracomunitari. Il Comune che aderisce può avvalersi di una associazione temporanea di impresa, associazione temporanea di scopo o raggruppamento temporaneo di imprese ovvero enti attuatori con pluriennale e consecutiva esperienza nella presa in carico dei richiedenti asilo e protezione internazionale, che abbiano una comprovata attività nei servizi richiesti al momento della presentazione della domanda di contributo, inoltre questo ente attuatore coadiuverà il Comune nelle diverse e complesse fasi del processo di accoglienza e delle procedure di integrazione dei soggetti beneficiari presso la propria comunità.
Si legge nella delibera che l’amministrazione comunale intende partecipare all’avviso pubblico presentando due progetti, il primo progetto di accoglienza integrata per 25 titolari di protezione internazionale e richiedenti protezione, titolari di permesso umanitario, singoli o con il rispettivo nucleo familiare; il secondo progetto è riservato a 15 minori stranieri non accompagnati. In totale si tratta di 40 soggetti ospitati, cifra ritenuta congrua con i parametri previsti dal Ministero degli Interni. I progetti avranno una durata triennale.
Da quanto emerso nei due dibattiti delle settimane scorse, per ciascuna persona il Comune riceverà una cifra di 500 euro, sul numero di persone accolte c’era stato un balletto di cifre, all’inizio si era parlato di una dozzina, massimo quindici persone, dopo una settimana il numero era stato alzato a 50, ora nella delibera si legge che saranno 40 in base ai due progetti presentati. A questo numero si aggiungono un paio di cooperative di privati che hanno aderito ad un bando per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati, circa 30 persone, che verranno accolte nelle strutture della Vignetta e presso l’ex convento delle canossiane.
Secondo gli accordi tra l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani e il Ministero dell’Interno, per i Comuni aderenti scatta una clausola di salvaguardia, ovvero una sorta di promessa di non costituire sul territorio comunale i Cas, i centri di accoglienza di primo livello per immigrati. In questo modo il fenomeno dovrebbe essere governato direttamente dal Comune senza passare direttamente da possibili speculazioni di privati.
Su questo occorrerà però continuare a tener accesi i riflettori, poiché se mal gestita o lasciata in mano esclusivamente al privato e senza alcun controllo pubblico, l’accoglienza potrebbe trasformarsi in puro sfruttamento o speculazione sulle spalle di questa povera gente e di conseguenza sull’intera comunità d’accoglienza.
Sergio Leonardi
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