Parte dall’Istituto Superiore Fratelli Testa di Nicosia l’iniziativa "Prendiamo in mano il nostro futuro", organizzata dai due giovani nicosiani Michele Castrogiovanni e Salvatore Migliosini.
Un evento di sicuro richiamo ed interesse per le tematiche trattate. Il primo di tanti incontri che vedranno protagonisti personalità locali e nazionali, per avvicinare i giovani non solo alla politica, ma anche alle principali tematiche del nostro tempo.
L'auditorium “Vincenzo Nisi” dell’istituto ha ospitato, nella mattina del 2 marzo, tre personalità di sicuro livello, protagonisti della lotta alla mafia dei Nebrodi: il Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, il sindaco di Troina, Fabio Venezia ed il vice questore aggiunto di Sant'Agata di Militello ed ex Commissario a Nicosia, Daniele Manganaro. Presenti all'incontro anche gli studenti dell’Istituto Superiore "F.lli Testa".
Hanno introdotto i tre illustri ospiti i due organizzatoti, Michele Castrogiovanni e Salvatore Migliosini, entrambi hanno sottolineato l’importanza di questo incontro che si pone l’obiettivo di far capire che la mafia resta il primo dei problemi non solo della Sicilia, ma dell'Italia.
Hanno salutato gli ospiti e gli studenti il sindaco di Nicosia Luigi Bonelli e la vice preside Filippa Palmigiano.
Il primo intervento è stato curato dal sindaco di Troina Fabio Venezia da anni sotto scorta, da quando con la sua opera amministrativa ha sottratto i terreni dell’azienda silvo pastorale troinese dal controllo dei clan mafiosi dei Nebrodi. Il suo lavoro in questi anni è proseguito coordinando la propria azione con il commissario di polizia Manganaro e con il presidente del parco dei Nebrodi Antoci, normalizzando di fatto la situazione dell’assegnazione dei terreni. Un invito fatto ai giovani studenti affinchè si prendano cura dei terreni agricoli, sviluppando l’economia del territorio in modo legale ed onesto.
Il commissario Daniele Manganaro ha ricordato la sua attività di commissario nel territorio di Nicosia, le operazioni di polizia partite da questi luoghi che hanno sgominato i clan dei Nebrodi attraverso le operazioni Discovery 1 e 2. Fondamentale è stata la forte presenza sul territorio che ha voluto imprimere durante il suo lavoro e che ha continuato dopo il suo trasferimento a Sant’Agata di Militello. E fondamentale è stata la collaborazione con le istituzioni, in primo luogo con Antoci e Venezia.
L’ultimo intervento della giornata è stato quello di Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, fin dall’inizio della sua azione amministrativa, attraverso la messa a punto del celebre protocollo che porta il suo nome, ha inflitto gravi danni economici alla mafia dei Nebrodi, escludendo la prassi dell’autocertificazione antimafia, evitando che dall’assegnazione dei terreni agricoli arrivassero ai clan siciliani miliardi di euro dall’Unione Europea. Un’intuizione che è diventato un documento adottato da tutti i prefetti siciliani, dalla Regione Calabria e che presto diventerà una legge dello Stato. Antoci ha ricordato la notte dell’attentato del maggio 2016 e l’intervento delle forze di polizia, coordinate dal vice questore Manganaro, che gli salvarono la vita.
Tutti e tre gli illustri ospiti hanno sottolineato che la loro azione a servizio dei cittadini, ha uno scopo ben preciso, quello di riportare alla normalità una terra che da sempre ha sofferto le ingerenze mafiose e che da decenni si è impoverita a causa delle azioni dei clan mafiosi coadiuvati dai colletti bianchi. Questa situazione oggi sta per essere scardinata grazie all’opera di persone coraggiose e che dal punto di vista amministrativo mettono al centro della loro attività l’onesta e la legalità, per riportare tutto nell’orbita della semplice normalità.
Sergio Leonardi |