Da qualche giorno è stata effettuata nella zona del belvedere di Santa Maria di Gesù la potatura degli alberi, quello che si nota è un eccessivo ricorso al taglio dei rami che ha reso le piante praticamente spoglie. Questa operazione di potatura ha generato un certo sconcerto in una parte della cittadinanza sensibile ai temi ambientali e della cura del verde e non sono mancate le polemiche sui social network.
Su questi lavori di potatura sono intervenuti i consiglieri comunali, Santina Lo Votrico, Filippo Giacobbe e Francesco La Giglia che, dopo un sopralluogo ed aver consultato alcuni agenti della forestale, hanno presentato un’interrogazione consiliare , indirizzata alla presidente del consiglio comunale, al sindaco e all’assessore al territorio ed all’ambiente, per sapere a chi debba essere attribuita la responsabilità della decisione di potare gli alberi e quale atto amministrativo sia stato emesso, con quale spesa e le motivazioni di questo intervento.
I consiglieri si chiedono dove sia finita la legna ricavata dal taglio degli alberi, se esista un regolamento comunale per la tutela del verde pubblico e se non sia il caso di approvarne uno.
I consiglieri chiedono al sindaco e all’assessore al ramo se sono consapevoli che gli alberi costituiscono un bene comune patrimonio di tutta la collettività, la cui eliminazione costituisce una danno per tutta la cittadinanza e se intendono rispettare la normativa sull’obbligo di piantumazione di nuove piante ed alberi in occasione di nuove nascite, così come stabilito dalle leggi 113/92 e 13/2013, mai rispettate dall’amministrazione comunale.
L’interrogazione si chiude con un invito ad effettuare le potature dei pochi alberi rimasti in tempo utile, per evitare ulteriori stragi di piante di medio ed alto fusto.
Secondo gli esperti consultati, è vivamente sconsigliato di procedere con la potatura dell’ippocastano, in quanto si rischia di causarne ferite profonde ai rami, poichè la pianta ha una scarsa capacità di richiuderle e tra l’altro tollera male le potature, specialmente se si tratta di grossi tagli in cui si sviluppano velocemente marciumi e cavità. Ma l’attenzione si è soffermata soprattutto sulla quercia, il cosiddetto “albero di Falcone”, che non è stato potato, ma “capitozzato”, una pratica ritenuta pericolosa in quanto è il danno più serio che si possa infliggere ad un albero.
Le operazioni più invasive dovrebbero essere limitate ai soli casi in cui sia necessario conservare o ripristinare determinate condizioni di sicurezza, mentre negli altri casi di sviluppi non graditi sarebbe opportuno effettuare interventi più leggeri.
Sergio Leonardi |