Si è svolto nella giornata del primo febbraio l’ennesimo consiglio comunale sulla situazione dell’ospedale Basilotta dopo le presentazione ai sindacati della nuova rete ospedaliera avvenuta il 9 gennaio a Palermo.
Secondo il piano regionale il presidio ospedaliero Basilotta diventa “ospedale di base”, la preoccupazione e che con l’applicazione del decreto Balduzzi il nosocomio nicosiano perda alcuni reparti, depotenziandolo di fatto.
Ospiti in consiglio diverse delegazioni provenienti dai Comuni vicini, Capizzi, Cerami, Gagliano, Gangi, Sperlinga e Troina composte da assessori, sindaci o dai presidenti dei consigli comunali, sostanzialmente hanno espresso solidarietà e sono pronti anch’essi alla lotta a fianco dei cittadini nicosiani.. Hanno preso parte al civico consesso anche Assoconsumatori ed il Comitato Pro Ospedale di Nicosia.
Diversi gli interventi, tutti all’insegna della forte preoccupazione che accompagna ormai da mesi le sorti dell’ospedale di Nicosia. Antonio Casale ed Alberto Murè, ex medici del presidio ospedaliero ed oggi membri di punta del Comitato Pro Ospedale, hanno ribadito l’intenzione di incontrare la sesta commissione all’ARS, in quella occasione chiederanno che l’ospedale mantenga tutti i reparti attuali, che venga attivata la rianimazione facendo diventare il Basilotta un ospedale di primo livello come quello di Enna. Per tener viva l’attenzione e coinvolgere la popolazione il Comitato, insieme al Comune, sta organizzando un’assemblea pubblica al cinema Cannata, in un primo momento prevista per la metà di febbraio, è stata poi spostata a marzo, quando le condizioni atmosferiche saranno più clementi.
Il sindaco Luigi Bonelli ha sostanzialmente ribadito quanto annunciato la settimana scorsa, ha riferito dei suoi incontri istituzionali con l’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi e con il sottosegretario Davide Faraone. Attualmente la nuova rete ospedaliera non è stata presentata al ministero a Roma. Diversa è la questione che invece riguarda il punto nascita, la commissione regionale ha dato il parere favorevole, la direzione dell’Asp e l’assessore Gucciardi sono pronti ad appoggiare una richiesta di proroga al mantenimento anche dopo il 31 dicembre 2017, così come lo stesso sottosegretario Faraone.
Tra i vari consiglieri comunali serpeggia il pessimismo, per Maria Di Costa senza il punto nascita l’ospedale rischia di chiudere. Invita a passare ai fatti concreti e a lottare per l’ospedale la consigliera Graziella Trovato, Mente il consigliere Filippo Giacobbe invita ad approvare un documento con il quale la direzione dell’Asp di Enna si faccia promotrice nelle sedi opportune per la salvaguardia dei reparti del Basilotta.
Sostanzialmente non si è giunti ad una conclusione, nella prossima seduta dovrebbe essere approvato all’unanimità il documento proposto dal consigliere Filippo Giacobbe, elaborato da tutto il consiglio, che sarà analizzato in sede di assemblea dei capigruppo.
Volendo riassumere le diverse posizioni emerse in questa assemblea consiliare, sostanzialmente si chiede che l’ospedale mantenga tutti i reparti, trovandosi l’ospedale in una zona disagiata dalla pessima vaibilità, che si stia con gli occhi ben aperti poiché non è detto che questa rete ospedaliera sia quella che verrà approvata definitivamente, anzi sa ha la sensazione che questa ennesima revisione sia uno spot pre-elettorale. Nasce anche l’esigenza di coinvolgere la popolazione locale e quella dei paesi limitrofi che usufruiscono delle prestazioni dell’ospedale di Nicosia. C’è poca fiducia nelle soluzioni politiche, anche da parte di coloro che teoricamente fanno parte di quei gruppi politici che appoggiano il governo regionale e nazionale.
La sensazione e che si sta riproponendo in modo più blando e senza grossi coinvolgimenti la stessa vicenda che portò nel 2013 alla chiusura del tribunale di Nicosia, questa volta non si chiuderà l’ospedale, ma si potrebbero perdere una serie di reparti che renderebbero il nosocomio di Nicosia praticamente un ambulatorio di montagna.
Sergio Leonardi |