In questi giorni non si fa altro che parlare del traguardo raggiunto dal paese di Gangi divenuto il borgo dei borghi, si premia uno posti più incantevoli delle Madonie e tra i più belli della Sicilia centrale.
Nasce spontaneo il dibattito sul perché anche a Nicosia non si è raggiunto negli anni lo stesso livello e lo stesso rispetto per i luoghi che il paese madonita ha raggiunto in questi ultimi 30 anni.
I sentimenti sono diversi, all’apprezzamento per quanto raggiunto dai nostri vicini gangitani, si aggiunge un sano sentimento di invidia misto a rammarico ed anche ad un pizzico di vergogna.
In 40 anni Nicosia ha perso molto del suo appeal, da cittadina centro e riferimento per molte realtà vicine come Mistretta, Capizzi, Leonforte e la stessa Gangi ha di anno in anno perso servizi, uffici, non ha mai creato un circuito turistico, ha depauperato un intero patrimonio artistico monumentale, ed in certi casi distrutto vere e proprie opere d’arte.
Manca solo l’imbarazzo della scelta per toccare i tanti luoghi lasciati nell’abbandono più assoluto o finiti sepolti e dimenticati. Che dire della trentennale torre campanaria ormai con la sua eterna impalcatura divenuta ormai parte del monumento stesso, e della torre della chiesa di San Michele, per non parlare del mai fruibile tetto ligneo o dei palazzi baronali eternamente chiusi e lasciati marcire nell’indifferenza.
Cosa si potrebbe aggiungere allo scempio di Santa Domenica, del teatro comunale o dei prospetti di alcuni palazzi rovinati dalle licenze edilizie rilasciate senza criterio.
Ci sarebbe poi molto da aggiungere sul capito dei ruderi del castello con un parco archeologico mai decollato, ormai lasciato all’incuria del tempo e le tombe, le grotte e le decine di opere d’arte dentro le chiese, tutto abbandonato e lasciato marcire in un vergognoso ed assordante silenzio.
Scordiamo forse qualcosa, perché Nicosia è ricca di storia e di bellezze dimenticate ed abbandonate, non si è mai creato alcun circuito turistico, non si è mai avuto una visione del futuro affidando, così come è avvenuto a Gangi, intere quartieri al recupero ed al lavoro dei privati ed oggi abbiamo interi quartieri storici come Santa Maria Maggiore, San Michele o il SS. Salvatore con case a rischio crollo, disabitate e senza possibilità di essere storicamente recuperate.
Nicosia ha subito 40 anni di scempi edilizi da una politica autoreferenziale, cieca, senza visione, senza amore per la città che ancora in alcuni suoi scarsi elementi cerca di dare soluzioni che non ha, perché scarsa di progettualità, di cultura e di rispetto e che non intende mettersi da parte, ma tende a dare la colpa sempre ad altri tranne che a se stessa.
Gran parte delle colpe è anche della cittadinanza nicosiana che per anni ha mantenuto per proprio tornaconto una delle peggiori classi dirigenti della storia, senza capire che il voto può premiare chi fa, ma può anche punire chi non rende. Abituata a firmare cambiali in bianco, a firmare deleghe senza mai partecipare alla vita pubblica, accorgendosi solo quando ormai è troppo tardi che il rappresentante eletto era inetto o incapace di governare la cosa pubblica.
Ora si piangono le classiche lacrime di coccodrillo, quando in altri tempi si poteva e si doveva intervenire sulla crescita di un’intera comunità.
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