Il sindaco di Nicosia Luigi Bonelli ha incontrato nella serata del 19 gennaio, presso l’aula consiliare del Comune, associazioni e cittadini preoccupati per le sorti dell’ospedale di Nicosia.
Il 9 gennaio è stata presentata dall’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi la nuova rete ospedaliera siciliana, per la provincia di Enna sostanzialmente i quattro ospedali rimangono tutti aperti, con il Ferro Branciforti Capra di Leonforte trasformato in “ospedale di zona disagiata” ed i presidi ospedalieri di Nicosia e Piazza Armerina che diventeranno “ospedali di base”.
Il sindaco ha relazionato gli intervenuti sui suoi incontri avvenuti il 16 gennaio a Palermo, sia con l’assessore Baldo Gucciardi che con il sottosegretario alla salute Davide Faraone.
Sostanzialmente l’ospedale di Nicosia conserverà quasi tutti i reparti attualmente esistenti, con la perdita del reparto di pediatria, qualche dubbio permane sull’emotrasfusione, non sono stati stabiliti il numero di posti letto e soprattutto non è stato risolto il nodo del punto nascita che ha una deroga ministeriale fino al 31 dicembre del 2017.
Attualmente il punto nascita ha ottenuto i pareri favorevoli dalla commissione regionale e sia la direzione generale dell’ASP di Enna che l'assessorato regionale hanno intenzione di chiedere al ministero un ulteriore proroga. Di fronte a questi due aspetti il sottosegretario Faraone ha promesso che appoggerà la richiesta del sindaco di Nicosia per mantenere il punto nascita nel presidio ospedaliero del Basilotta, sempre se nel frattempo il ministero della salute vorrà continuare con i regimi di proroga per quei punti nascita che non superano i 500 parti e che si trovano in zone disagiate.
Una situazione piuttosto nebulosa con troppi interrogativi e molte zone d’ombra poco chiare. La sensazione generale e che si tratti di semplici spot elettorali in vista delle elezioni regionali che si terranno nell’autunno del 2017.
La rete ospedaliera disegnata nell’estate del 2016 rispetto a quella presentata a gennaio 2017 è totalmente diversa, nessun ospedale è stato chiuso, anzi molti sono stati promossi senza tener conto del decreto Balduzzi. In pratica, in estate il decreto era stato applicato alla lettera, con le contestazioni di praticamente tutta la politica regionale e delle comunità coinvolte nei tagli, mentre attualmente sembrano tutti contenti e soddisfatti per un progetto che ancora deve passare il vaglio della commissione regionale all’ARS, del governo regionale, dell’assemblea regionale e per ultimo del ministero della salute, che potrebbe bocciare tutto e rimandare al mittente il progetto.
Sul piatto della bilancia ci sono le assunzioni di oltre 5000 tra medici e personale infermieristico, una carta che sotto elezioni diventa appetibile per i partiti di governo, senza la definizione della nuova rete ospedaliera i concorsi non partirebbero e probabilmente anche questa è una carta che il governo regionale, in forte difficoltà, sta per giocarsi in vista delle elezioni.
Nel mezzo ci sono le esigenze di intere comunità, la risposta al dibattito di ieri sera con i rappresentanti del “Comitato Pro Ospedale di Nicosia” sono state chiare, non occorre farsi illudere, la nuova rete ospedaliera presentata è stata costruita al di fuori dei parametri del decreto Balduzzi, probabilmente verrà bocciata o non vedrà la luce prima delle elezioni regionali.
Dal dibattito è emersa l’esigenza di coinvolgere quanto più possibile i cittadini nicosiani e del circondario per sensibilizzarli su questo tema che riguarda la loro salute, per questo motivo il Comitato Pro Ospedale di Nicosia organizzerà entro la metà di febbraio una grande manifestazione con un assemblea aperta a tutti i cittadini che usufruiscono delle prestazioni del nosocomio nicosiano. Stare in allerta e non farsi illudere da promesse che hanno il sapore elettorale è sicuramente la strada che al momento verrà intrapresa dal comitato e dalle associazioni che hanno partecipato alla riunione del 19 gennaio.
Sergio Leonardi |