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Nicosia, rinvio a giudizio per i due coniugi querelati dal consigliere Francesco La Giglia

23/12/2016 - Nicosia, rinvio a giudizio per i due coniugi querelati dal consigliere Francesco La Giglia

Clamorosa svolta nella vicenda giudiziaria che vede coinvolto il consigliere comunale Francesco La Giglia, accusato dalla signora Teresa Teramo di violenza sessuale e condannato in primo grado dal Tribunale di Enna ad un anno e quattro mesi.

I fatti risalgono all’alba del 5 aprile 2015, giorno di Pasqua, la signora Teramo si era recata in un noto locale cittadino insieme al marito e ad una coppia di amici, presente nel locale anche Francesco La Giglia, il periodo è quello pre-elettorale ed i due si erano incontrati precedentemente in una riunione politica in cui si era discusso tra l’altro del candidato sindaco per il terzo polo. La Giglia e la Teramo si salutano e scambiano qualche parola, ma l’alto volume della musica ed il brusio all’interno del locale non permettono di capire le parole, La Giglia invita la signora a seguirla fuori per continuare la discussione, lontani della confusione.  Non appena fuori dal locale, secondo quanto raccontato dalla donna, La Giglia avrebbe strattonato e trascinato Teresa Teramo in piazzetta Caprini, distante pochi metri dal locale e avrebbe tentato un approccio sessuale non consenziente nei confronti della donna. Teresa Teramo si sarebbe difesa gridando e divincolandosi, ma nessuno ascoltò le sue grida d’aiuto, alla fine riuscì a fuggire e a ritornare nel locale.

Diversa la versione raccontata da Francesco La Giglia, che ha sempre rifiutato ogni addebito ammettendo il colloquio con la signora fuori dal locale, ma senza alcuna violenza o litigio.

A seguito di quei fatti la signora Teramo presentò denuncia presso la locale Stazione dei Carabinieri di Nicosia, furono avviate le indagini chiuse il 26 settembre dello stesso anno ed esattamente un mese dopo il 30 ottobre il Pubblico Ministero chiese il rinvio a giudizio di Francesco La Giglia.

Il 28 novembre del 2015 Francesco La Giglia, assistito dal suo legale Giuseppe Mormino, presentò, presso il Commissariato di Polizia di Nicosia, una querela nei confronti non solo della signora Teresa Teramo, ma anche del marito Corrado Danti, maresciallo della Guardia di Finanza in servizio presso la Tenenza di Nicosia. Nella querela erano ipotizzati i reati di tentata estorsione, violenza privata e calunnia.

Nella dettagliata querela La Giglia raccontò ai poliziotti diverse circostanze che lo avevano portato a sporgere denuncia nei confronti dei due coniugi, innanzitutto parlò di un incontro avvenuto 10 giorni dopo la presunta violenza, invitato da un suo parente, Sigismundo La Giglia, presso il suo studio. Presenti il padre di Francesco, Salvatore La Giglia, la mamma, Filippa Iannitello e i due coniugi, durante l’incontro si svolse un animato confronto nel quale Corrado Danti accusò Francesco La Giglia di aver molestato sessualmente la moglie, l’accusato spiegò come erano andati i fatti, del colloquio di circa 15 minuti in piazza Caprini e successivamente nel corridoio del locale e dell’allontanamento repentino della signora in quanto cercata insistentemente dal marito.

Le spiegazioni però non furono sufficienti, Corrado Danti e la moglie Teresa Teramo chiesero quale “riparazione” per il danno provocato all’onorabilità della signora il ritiro della candidatura del La Giglia alle elezioni amministrative, che si sarebbero svolte tra maggio e giugno 2015. Solo attraverso questo gesto la signora, anch’essa candidata alle elezioni, non avrebbe sporto denuncia.

Preoccupato per quanto prospettato Francesco La Giglia si prese del tempo per riflettere e pur consapevole della sua innocenza accettò per paura delle conseguenze che avrebbero pregiudicato la sua onorabilità ed anche la probabile perdita della libertà personale. Ma nei giorni seguenti Francesco La Giglia non si rassegnava a rinunciare alla sua candidatura e decise comunque di presentarsi alle elezioni.

Il 28 aprile avvenne un altro incontro tra Corrado Danti, il padre di Francesco La Giglia ed il cugino Sigismundo La Giglia, in quell’occasione il colloquio fu registrato ed allegato alla querela. In quell’incontro Corrado Danti dimostrò tutto il suo fastidio per la candidatura di Francesco La Giglia che a suo dire non aveva rispettato il patto, ribadendo con insistenza le richieste fatte il 15 aprile e prospettando al padre ed al cugino le gravi conseguenze a cui sarebbe andato incontro Francesco La Giglia se non avesse ritirato la sua candidatura.

In effetti quanto prospettato dai due coniugi aveva avuto un primo esito, i signori Danti e Teramo infatti posero un veto alla candidatura di Francesco La Giglia nelle liste che sostenevano il candidato Bonelli, dopo che era stato raggiunto un accordo, in una di queste liste Teresa Teramo era tra in candidati al consiglio comunale. Il “veto” non fermò La Giglia che comunque si candidò in un'altra lista a sostegno in un’altro candidato sindaco, risultando poi eletto.

Quanto  prospettato dai due coniugi nei confronti di La Giglia fu attuato, a luglio fu presentata denuncia ai carabinieri con tutte  le conseguenze che si sono susseguite nel tempo.

A seguito della querela presentata da Francesco La Giglia contro i due coniugi, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna avviò una serie di indagini sentendo anche le persone informate sui fatti. 

Nel  mese di giugno 2016 il Pubblico Ministero Massimo Palmeri concluse le indagini rinviando a giudizio i coniugi Corrado Danti e Teresa Teramo, difesi dall’avvocato Salvatore Timpanaro, imputati dei reati previsti dagli articoli 81, 110, 56 e 610 del codice penale, si legge nel dispositivo: “per aver, e in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, compiuto, con minaccia (in particolare consistita nel prospettare in più occasioni al soggetto passivo che, in caso contrario, essi lo avrebbero denunciato all’Autorità Giudiziaria per delle presunte molestie sessuali dallo stesso poste asseritamente in essere in pregiudizio della Teramo nella notte tra il 4 ed il 5 aprile 2015), atti non idonei diretti in modo non equivoco a costringere La Giglia Francesco a non presentare la sua candidatura per le elezioni amministrative che si sarebbero svolte il mese successivo nel Comune di Nicosia, non riuscendo in tale intento per la resistenza posta dalla parte offesa alla richiesta di cui sopra e, perciò, per cause indipendenti dalla loro volontà”.

La prima udienza dibattimentale si terrà presso il Tribunale di Enna l’11 gennaio 2017 davanti al giudice Marco Lorenzo Minnella.

Sergio Leonardi


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