Nicosia non perde solo i servizi, ma anche l’occasione per parlare di legalità. Il premio Burrafato, giunto alla sua quarta edizione, questa volta prende il volo e si svolge il primo aprile a Roma presso la Sala Tirreno della Regione Lazio.
Il premio nelle sue tre edizioni precedenti si svolgeva a Nicosia e coinvolgeva gli studenti delle scuole nicosiane e del circondario, un’educazione alla legalità ed al ricordo di uomini che si sono battuti per i loro ed i nostri diritti di fondamentale importanza.
Antonino Burrafato vice-brigadiere della polizia penitenziaria, vittima di mafia, fu ucciso a Termini Imerese da un commando di corleonesi di Cosa Nostra al servizio di Leoluca Bagarella per aver adempiuto al suo dovere. Insignito della medaglia d’oro al valor civile alla memoria. Nicosia lo ricorda con la villetta comunale in via Umberto I a lui intitolata.
Quest’anno la quarta edizione è stata dedicata al magistrato Ferdinand Pecora statunitense di origini nicosiane che negli anni ’30 soprannominato “Terrore di Wall Street”, mise alla luce i meccanismi occulti della finanza che portarono ala grande crisi economica del ’29 e a Bruno Buozzi sindacalista, parlamentare socialista negli anni ’20, ideatore della UIL, fucilato dai tedeschi nel giugno del ’44.
Un’occasione persa per Nicosia, non solo per ricordare due figure importanti della storia italiana e mondiale, ma anche per parlare di legalità con le giovani generazioni.
Diversi gli intervenuti, a cominciare da chi ha ideato e portato avanti questa iniziativa in tutti questi anni, Pasquale Calandra presidente presso Centro Studi UIL FPL Lavoro & Cultura "La Trincea dei Diritti", Giorgio Benvenuto ex segretario generale della UIL, Carmelo Barbagallo Segretario generale aggiunto UIL, Salvatore Burrafato sindaco di Termini Imerese e figlio di Antonino.
Vorremmo ricordare a chi ha fatto perdere questa ennesima occasione alla città di Nicosia, che la legalità non è di destra, non è di sinistra, la storia insegna che le vittime di mafia sono state in tutti gli schieramenti politici basterebbe ricordare Pio La Torre o Piersanti Mattarella, solo una visione chiusa, ottusa, cieca ed ignorante potrebbe dare un colore politico ad una manifestazione che se pur organizzata da un sindacato riveste un’importanza universale, le vittime di mafia appartengono al ricordo di tutti noi, al ricordo dei siciliani e degli italiani, il loro esempio va ricordato in ogni istante ed in ogni occasione.
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