All’alba del 18 ottobre i finanzieri del Comando Provinciale di Catania, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea e in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, hanno tratto agli arresti domiciliari cinque soggetti, tra dirigenti medici e imprenditori del settore. Agli stessi è contestata l’associazione a delinquere finalizzata al compimento di reati di corruzione e abuso d’ufficio.
Si tratta del 55enne Francesco Messina Denaro, procuratore speciale della Diaverum Italia Srl per la Sicilia, legato da vincoli di parentela con il noto latitante di mafia, Matteo Messina Denaro. Gli altri quattro arrestati sono il 65enne Salvatore Guarino, originario di Nicosia ed il 60enne catanese Carmelo Papa, rispettivamente amministratore di fatto e di diritto del centro dialisi privato Le Ciminiere Srl; il 52enne catanese Giorgio Leone e la 65enne Elvia Sicurezza, originaria di Enna, sono dirigenti medici in servizio presso i reparti di nefrologia e dialisi degli ospedali Garibaldi e Vittorio Emanuele di Catania.
Le indagini sono durate per circa un anno in merito al dirottamento di pazienti, effettuato dal personale sanitario, da strutture pubbliche a strutture private previ accordi economici tra le parti.
Lo stratagemma consisteva nel far desistere il paziente dall’effettuare la dialisi nella struttura ospedaliera pubblica e convincerlo ad andare in uno struttura privata tra cui, le più gettonate, erano la “Diaverum Italia Srl” e “Le Ciminiere Srl“. In cambio la struttura privata offriva dei“regali” al personale sanitario che, la maggior parte delle volte, consistevano in assunzioni di familiari, consulenze e bonus contrattuali.
Ed in effetti non pochi erano i collegamenti tra i familiari del personale sanitario delle strutture ospedaliere pubbliche e le due società private indagate frutto di accordi reiterati che andavano avanti da più di due anni.
Grazie a questo lavoro di intercettazione la Guardia di Finanza di Catania ha scoperto il grave danno ai fondi pubblici destinati alle strutture sanitarie che, secondo un resoconto delle fiamme gialle, ammonterebbe a più di 1 milione e mezzo annuo soltanto all’interno del settore dialitico. |