La complessa vicenda che riguarda il campo di calcetto dell’ex educatorio approda in consiglio comunale attraverso un’interrogazione presentata il 14 ottobre dai consiglieri Giacobbe, La Giglia e Lo Votrico ed indirizzata alla presidente del consiglio comunale, all’assessore Ivan Bonomo e al dirigente del III settore.
Nell’aprile 2009 la giunta Catania stipulò un protocollo d’intesa con l’IPAB Opera Pia Barone Bernardo Di Falco, due mesi dopo approvò lo schema di convenzione per la gestione del campo di calcio a 5 da parte dell’IPAB stabilendo tra l’altro alcuni oneri contrattuali, tra cui un canone annuale di 12mila euro per 5 anni.
Nel luglio 2012 l’ufficio tecnico comunale effettuò un sopralluogo nella struttura ceduta in gestione per verificarne lo stato dei luoghi, da quell’ispezione furono stimati dei danni pari a circa 104mila euro.
Nel marzo del 2013 la giunta Malfitano approvò la proposta del dirigente dell’ufficio tecnico comunale che prevedeva una schema di accordo transattivo che definiva la situazione contabile tra il Comune di Nicosia e l’Ipab Barone Di Falco. Nel tempo tra Ipab e Comune era sorto un contenzioso a causa dei canoni non pagati. In questo accordo l’iPab si impegnava a ripristinare la funzionalità l'impianto prima della restituzione al Comune e a realizzare gli spogliatoi in muratura ed i servizi igienici entro il 30 giugno 2014, giorno di scadenza della convenzione.
A fine 2015 il presidente della Opera Pia Barone di Falco rappresentò le difficoltà amministrative che si frapponevano alla realizzazione degli spogliatoi in muratura per la difficoltà di ottenere le autorizzazioni e i nulla osta necessari in mancanza del titolo di proprietà dell'area sulla quale si dovevano realizzare. Ad inizio febbraio l’UTC rilevò che l'area su cui insistono le attrezzature sportive, concesse all’Ipab, risultano di proprietà del demanio e che pertanto l’Opera Pia era impossibilitata ad ottenere le autorizzazioni previste dalla normativa vigente in materia per la realizzazione degli spogliatoi in muratura, come era previsto dall'accordo transattivo, secondo l’ufficio tecnico l'Opera Pia aveva adempiuto agli altri obblighi discendenti dall'accordo ripristinando i servizi igienici e la recinzione dell’area, per la completa fruibilità della struttura l’Ipab si sarebbe impegnata, a sue spese, per il ripristino degli spogliatoi in prefabbricato, la pulizia del campo e la riparazione dei danni derivanti dall’ispezione del luglio 2014.
Ad aprile 2016 con un’ulteriore delibera la giunta prendeva in carico il campo di calcio a 5, prevedendo a carico dell’Ipab la realizzazione degli spogliatoi in muratura entro 6 anni dalla firma dell’accordo transattivo.
Una vicenda che i tre consiglieri comunali ritengono contraddittoria e confusionaria, per questo motivo chiedono all’assessore Bonomo di spiegare le motivazioni per le quali sono state rinviate di sei anni sia la stima dei lavori da effettuare, che la regolarizzazione della contabilità tra i due enti e chiedono inoltre al dirigente dell’UTC di chiarire i diversi aspetti tecnico-amministrativi che, secondo i tre consiglieri, sono poco chiari ed esaustivi, in modo tale che si possa scongiurare l’ipotesi di danno erariale per il Comune.
Sergio Leonardi |