La vicenda lavorativa dei cinque fontanieri comandati presso il gestore idrico Acquaenna dall’inizio dell’anno è senz’altro tra le più preoccupanti e gravi della provincia.
Nonostante la giunta con una sua delibera del 19 novembre avesse prolungato il periodo di comando fino al 31 dicembre 2014, Acquaenna, con una sua nota acquisita il 27 dicembre 2013, comunicava di non volersi più avvalere del comando del personale con conseguente cessazione dal 31 dicembre 2013.
I cinque lavoratori dal 2 gennaio 2014 hanno continuato a presentarsi presso il loro posto di lavoro, ma non sono mai stati fatti entrare, per tentare di risolvere la questione sono stati posti in ferie forzate, ma finite anche quelle la situazione si è protratta.
Il comune di Nicosia fin dal 2006 aveva inviato una nota al Consorzio ATO 6 la volontà di trasferire definitivamente questi lavoratori, rimettendo il tutto alla decisione del Dipartimento Regionale del Personale, in realtà da anni si attende una legge di riordino della materia da parte della presidenza della Regione Sicilia, ma ad oggi nulla è avvenuto.
In attesa di risposte da parte della Regione, la giunta con una sua delibera il 21 gennaio 2014 decide di anticipare la retribuzione mensile solo per garantire il mantenimento dei lavoratori interessati e delle loro famiglie, con obbligo di recupero nei confronti di Acquaenna.
Nella stessa delibera si legge, che il comune intraprenderà ogni azione giudiziaria a tutela dei lavoratori per far dichiarare l’inadempimento contrattuale con conseguente richiesta di risarcimento danni nei confronti di Acquaenna nel momento in cui il gestore non dovesse riammettere in servizio i fontanieri.
Con due successive delibere la giunta ha affidato l’incarico all’avv. Agatino Cariola del foro di Catania, di adire le vie legali nei confronti di Acquaenna per accertare l’inadempimento contrattuale ed il danno erariale, estendendo allo stesso legale l’incarico anche per il recupero delle somme anticipate dal Comune di Nicosia a titolo di retribuzione per il personale comandato per gli anni 2012, 2013 e 2014, quest’ultima annualità solo per i mesi di gennaio e febbraio. Le somme non sarebbero state rimborsate da Acquaenna nonostante siano state richieste tramite diffide.
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