Che la situazione fosse grave e compromessa lo si era capito subito dopo l’annuncio da parte dell’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi, che aveva presentato il 9 settembre il restyling della rete ospedaliera siciliana.
Tra proteste ed imbarazzi da parte soprattutto degli esponenti politici della maggioranza che sostengono Crocetta, nei giorni scorsi ci sono stati vergognosi rimbalzi di responsabilità e distinguo che però non hanno fatto abbassare la guardia. Ancora da capire le dichiarazioni e le prese di distanza del presidente Crocetta, ormai diventato il simbolo dell’incoerenza e dello stesso Gucciardi, parziale marcia indietro o solo paura delle reazioni dell’opinione pubblica ?
Il meet up Nicosia 5 Stelle vuole vederci chiaro in tutta questa ingarbugliata situazione ed ha invitato il 16 settembre a Nicosia il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Francesco Cappello, membro della sesta commissione sanità e servizi sociali all’ARS.
Ad oggi in commissione non sono arrivati documenti ufficiali, tutte le discussioni e le dichiarazioni si sono basate su articoli di stampa, in ogni caso il deputato Cappello ha tenuto a precisare come il decreto Balduzzi è una legge recepita dalla Regione Sicilia e come tale deve essere applicata
Per la sanità ennese si tratta di una vera ecatombe, Enna diventa un presidio ospedaliero spoke e un ospedale riunito con Leonforte e Piazza Armerina, questi ultimi due nosocomi perdono il pronto soccorso e gran parte dei reparti ospedalieri. Da quanto appreso dalla stampa il Basilotta di Nicosia è stato declassato in ospedale in zona disagiata, verranno tagliati gran parte delle unità operative cardiologia, ortopedia, pediatria, ostetricia e ginecologia e di conseguenza anche il punto nascita, rimarranno in piedi il pronto soccorso e pochi altri.
Francesco Cappello si è sentito telefonicamente anche con il sindaco di Nicosia Luigi Bonelli, impegnato a Enna con gli altri sindaci della provincia coinvolti nella questione sanitaria. Il consiglio che ha dato al primo cittadino è quello di coinvolgere gli altri sei presidi ospedalieri definiti in “zona disagiata”, Bronte, Lipari, Corleone, Petralia Sottana, Pantelleria e Mussomeli, per una battaglia comune che possa integrare o razionalizzare i reparti ospedalieri in base a criteri territoriali, che nella bozza del piano regionale non sono stati tenuti in conto.
Un’idea più approfondita ed una strategia si potrà mettere in campo nel momento in cui approderà in commissione sanità all’ARS il documento ufficiale, solo in quell’istante si potranno avere le idee più chiare. Una cosa è certa il piano risale al 29 luglio 2016, il placet dal ministero della sanità e dei primi di agosto e lo stesso ha chiesto alcune integrazioni alla Regione entro il 15 settembre., confermando di fatto le notizie apparse su “La Sicilia” il 16 settembre.
Non ci sono molti margini di trattativa, la battaglia verrà combattuta in aula e solo all’ARS si potrà conoscere il destino della sanità ennese e nello specifico dell’ospedale di Nicosia.
Il deputato Cappello ha anche sottolineato di non credere alle dichiarazioni di facciata di Crocetta e di Gucciardi, il piano è ben avviato e sicuramente potrebbe essere momentaneamente congelato per scopi elettorali. Sicuramente la scure dei tagli indiscriminati si abbatterà sugli ospedali siciliani non appena le acque si calmeranno.
Il gruppo regionale all’ARS del Movimento 5 Stelle si batterà affinchè i criteri del decreto Balduzzi e le discrezionalità territoriali previste vengano applicate tentando in tutti i modi di alleviare i tagli dei reparti nei diversi ospedali, ma al momento la battaglia si presenta dura e dagli esiti incerti. |