Preoccupazione nella cittadinanza siciliana per la proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera dell’Assessore Gucciardi, che rispecchia la classificazione dei presidi sanitari attraverso il famigerato “Decreto Balduzzi”.
Il decreto in questione, in particolare, definisce due tipi di presidi sanitari che ci lasciano profon-damente perplessi: gli “Ospedali di Comunità” e i “Presidi Ospedalieri in zone particolarmente disagiate”. La prima struttura è un mero poliambulatorio, gestito da personale infermieristico e da personale medico di base convenzionato, che può avere senso solo se prevista per centri attualmente sprovvisti di ospedali e non per sostituire un ospedale preesistente. Gli ospedali per le zone disagiate, così come definiti nel decreto, sembrerebbero strutture create per favorire i cosiddetti fenomeni di malasanità; queste strutture, infatti, non sono equipaggiate dei reparti necessari per trattare le emergenze (quali ad esempio rianimazione, ortopedia per la traumatologia e ostetricia per il parto non programmato), né tanto meno dei reparti e delle strumentazioni necessari per la diagnosi (quali ad esempio laboratorio analisi o radiologia).
Il decreto Balduzzi prevede un numero minimo di 80.000 utenti per garantire la presenza di un “Ospedale di base” (che comprende i servizi essenziali), ma correttamente prevede anche una deroga, al numero minimo di utenti, nel caso in cui un territorio sia caratterizzato da criticità orografiche e viarie, per cui non si può garantire l’accesso nei tempi previsti per legge; poi però definisce, per questi territori disagiati, una specie di ospedale di base depotenziato, che è provvisto di pronto soccorso, ma in pratica non è in condizione di poter gestire le emergenze.
La proposta di Gucciardi, nel caso specifico della provincia di, prevede semplicemente un presidio “Spoke”, affluente all’Umberto I di Enna, che accorperebbe gli ospedali di Piazza Armerina e Leonforte, e un “Ospedale di zona disagiata” a Nicosia. Tutto ciò in pratica si traduce nell’ingolfare all’inverosimile il pronto soccorso dell’Umberto I, che vedrebbe il numero di accessi più che raddoppiato (probabilmente oltre 60 mila accessi contro i 25 mila attuali, gestiti con difficoltà), e nel ridurre l’ospedale di Nicosia ad un surrogato di pronto soccorso, che potrebbe trattare in maniera parziale solo la metà degli accessi attuali ed è quindi destinato a scomparire, lasciando una vasta area a nord della provincia completamente scoperta. Il Basilotta di Nicosia serve, infatti, diverse città dell'entroterra delle provincie di Enna, Palermo e Messina, e in detto bacino di utenza, la fatiscente e tortuosa viabilità non permette spostamenti celeri e sicuri già in condizioni climatiche ottimali, per non parlare di quando le condizioni metereologiche peggiorano.
Il Movimento per la Difesa dei Territori, scrivendo al Presidente della Regione Sicilia, alla Giunta Regionale Sicilia, all’Assessorato Salute Regione Sicilia,alla VI Commissione ARS, al Tribunale del malato e alla Direzione generale sanitaria ASP4 ENNA chiede che la proposta dell’Assessore Gucciardi venga respinta e che le strutture depotenziate, previste dal “decreto Balduzzi”, vengano riviste nell’ottica di un sistema sanitario funzionale, piuttosto che nell’ottica del risparmio a breve termine e che ogni organismo competente si attivi immediatamente, affinché tutti i presidi ospedalieri, siano messi nelle condizioni di svolgere tutte le funzioni necessarie alla tutela della salute nelle comunità locali.
Il Piano Sanitario Regionale (“PIANO DELLA SALUTE” - 2011-2013) a firma dell’allora Assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, prevedeva «il progressivo spostamento dell’offerta sanitaria dall’ospedale al territorio». In pratica una struttura ospedaliera completa pienamente efficiente.
Per questi motivi MDT pretende la riattivazione del reparto di Rianimazione all’Ospedale “C. Basilotta” di Nicosia, come previsto dal Decreto Assessoriale “Riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale della Regione Sicilia” del 14 gennaio 2015, dal Piano Sanitario Regionale di riordino della rete ospedaliera e dal deliberato del 7 agosto 2013 della Giunta Regionale (deliberazione n. 285), che dispone che le Aziende Sanitarie attivino i posti letto di Rianimazione previsti e non ancora attivati dalla programmazione regionale.
Pretende che siano ripristinate e potenziate in generale tutte le condizioni di funzionamento dell’Ospedale di Nicosia: reparti, personale medico, infermieristico, tecnico e amministrativo, attrezzature e strumentazioni, medicinali, materiale da medicazione, tutto.
In assenza di un chiaro intervento in questo senso, il Movimento per la Difesa dei Territori contribuirà a mobilitare le popolazioni di tutti i territori interessati dall’evidente diniego di servizio sanitario e si riserva di intervenire in tutti i modi possibili, nelle sedi opportune, per il ripristino della corretta funzionalità del servizio. |