Si tratta di un vero e proprio restyling della rete ospedaliera siciliana, che negli intendimenti dell’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi, farà rientrare la Regione Sicilia entro i paletti stabiliti dal famigerato decreto Balduzzi.
Sostanzialmente in Sicilia ci saranno tre grandi ospedali (Hub), il Civico di Palermo, il Cannizzaro di Catania e il policlinico di Messina, quindici ospedali un po' più piccoli (detti Spoke), 23 presidi ospedalieri di base, 7 ospedali in zone disagiate e tre ospedali di comunità.
Per la provincia di Enna lo "spoke" sarà rappresentato dall'accorpamento dell'Umberto I di Enna, del "Chiello" di Piazza Armerina e dal "Ferro Branciforti Capra" di Leonforte. Il pronto soccorso sarà però nel nosocomio del capoluogo. Il presidio ospedaliero di Nicosia, invece, viene mantenuto come ospedale di comunità, uno dei tre presenti in tutta l’isola insieme al presidio di Militello Val di Catania e Scicli.
Con questa riforma l’ospedale di comunità ha funzioni più o meno ambulatoriali e prevede la presenza di medici di base, psicologi e infermieri e servirà per decongestionare i pronti soccorso.
“La nuova rete - dichiara l'assessore Gucciardi - non nasce dall'esigenza di risparmiare o tagliare risorse finanziarie, ma da quella ben più importante di assicurare a tutti i cittadini, ovunque si trovino, una tempestiva ed efficace assistenza, specie nelle ipotesi di patologie acute gravi, a tutela della loro vita e della loro salute". L'obiettivo della rete ospedaliera dell'emergenza-urgenza è quello di ridurre, nella fase acuta, la mortalità o gli esiti invalidanti nella popolazione che ricorre alle cure sanitarie attraverso il 118 o i pronto soccorso. Le reti "tempo dipendenti" (infarto miocardico acuto, ictus, trauma, trasporto materno assistito e trasporto neonatale) costituiscono il modello esplicativo del sistema dell'emergenza nel quale il percorso assistenziale del nuovo piano "supera le vecchie ed inefficaci logiche organizzative del singolo ospedale, - aggiunge Gucciardi - integrando invece la rete dei servizi dell'emergenza con gli stessi ospedali che insieme diventano patrimonio comune della rete assistenziale. È una rivoluzione, in un certo senso, ma anche - conclude Gucciardi - un modo per avere una Sanità normale, come nel resto d'Italia”. La prossima settimana la rete sarà inviata alla Commissione Sanità all'Ars, per poi passare dalla giunta per il via libera definitivo.
Sergio Leonardi |