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Interventi ‘‘riparatori‘‘ o politiche sociali ?

27/07/2016 - Interventi ‘‘riparatori‘‘ o politiche sociali ?

Mi chiamo Lidia Messina sono un'Assistente Sociale, lavoro da 24 anni presso l'Azienda Sanitaria di Enna nel Distretto di Nicosia, mi occupo di ADI (Assistenza Domiciliare Integrata e di programmazione dei progetti sociali (Piani di Zona) nel distretto D23 di Nicosia (Troina, Cerami, Gagliano C.to, Sperlinga e Capizzi).

Scrivo per esprimere il mio parere personale in merito alla vicenda dell'incarico a costo zero a due assistenti sociali da parte del Comune di Nicosia.

Il nostro Comune è privo nel proprio organico la figura dell'assistente sociale e a causa dal "Patto di stabilità" (imposto da Monti nell'anno 2011) non ne può assumere nessuna, quindi ritengo legittimo che l'amministrazione tenti di affrontare e risolvere le situazioni penose ed urgenti che riguardano le delicate problematiche dei minori ed al tribunale di pertinenza (Tribunale dei Minori di Caltanissetta) cercando escamotages per potere fornire risposte.

Però la scelta di cercare soluzioni sulla corrente emotiva dell'improvvisazione e dell'arrangiarsi non è esattamente ciò che si intende per politiche sociali.
Le questioni sociali sono ben altra cosa e vanno affrontate con medoto, preparazione, competenza e, soprattutto, informazione.

La vicenda degli assistenti sociali che gratis prestano il servizio per un Ente Pubblico non mi sembra edificante e non riguardo ai giovani professionisti coinvolti in questa vicenda i quali, volenterosi e motivati come sono, della loro fresca professione, sono orgogliosi ed entusiasti di sostenere sia quel segmento fragile della popolazione che sono i minori sia l'amministrazione bisognosa di aiuto volontario di professionisti, ma ritengo che il modello proposto del "prendi una pezza e ripara la falla" non sia una maniera nè seria nè, tanto meno, edificante di risolvere il problema, soprattutto da parte di un Ente locale che dovrebbe avere, per sua naturale vocazione, una visione più lungimirante e quindi dovrebbe proferire maggiore impegno per trovare soluzioni durature nelle delicate questioni locali.

Se il patto di stabilità imposto dall'alto alle nostre realtà territorial in realtà le sta asfissiando e soprattutto, nelle questioni sociali, sta determinado asfittiche soluzioni non risolutive, occorre reagire con forza, determinazione e soprattutto, coesione.

Ritengo oltremodo necessario porre in essere strategie al fine di far cambiare le cose e non, al contrario, accettare passivamente ciò che ostacola il normale percorso risolutivo che, a causa di tale impedimento, rimane bloccato determinando, disservizi e involontarie inadempienze.

Io inviterei tutti i professioanisti Assistenti Sociali disoccupati e in attesa dei concorsi pubblici degli Enti Locali a coinvolgere tutti gli attori interessati a questo problema: agli assessori ai servizi sociali dei Comuni Siciliani che non hanno al proprio organico gli Assistenti Sociali, i Tribunali dei Minorenni della Sicilia, e, soprattutto, l'Ordine professionale degli Assistenti Sociali (che dovrebbe agire con nerbo e fermezza piuttosto che con una blanda e poco risolutiva presenza, del Presidente dell'Ordine al Consiglio Comunale dello scorso 27 Giugno (!).

Voglio informare i lettori che con la L. R. n. 22 del 1986 "Riordino dei servizi sociali in Sicilia", la Regione ha stabito che per ciascun comune della regione, ogni 5000 abitanti fosse garantita la presenza di un'assistente sociale. (!)

La maggior parte dei comuni non si sono mai adeguati a tale norma ed adesso che il patto di stabilità glielo impedisce, ne piangono le conseguenze. (Per informazione nel nostro distretto gli unici comuni che hanno al proprio organico un'assistente sociale sono Capizzi e Troina).

Insisto con la mia proposta di chiedere a gran voce ed istituire un tavolo di concertazione presso l'Assessorato Regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali, al fine di ottenere dalla Regione una finestra al patto di stabilità, delle deroghe per ciascun Comune indempiente in modo da potere sbloccare i concorsi pubblici ed impiegare Assistenti sociali, non proprio come la norma dell'86 impone, ma almeno 1 assistente sociale a tempo pieno per ciascun comune.

Le politiche sociali sono cosa delicata e importante e vanno affrontate con medoto, preparazione, competenza e , soprattutto, informazione.

Per rendere più chiaro il concetto di informazione vorrei fornire brevemente qualche significativo dato demografico:

Già da un pò di tempo sentiamo dire che la nostra nazione è un paese che sta invecchiando velocemente, ma abbiamo idea dell'ampiezza del fenomeno ?

Con l'indice di vecchiaia del 157,8% (indagine ISTAT anno 2015) l'Italia è la nazione Europea col maggiore numero di anziani rispetto ai minori .

Se teniamo conto che L'Europa è il continende piu vecchio del mondo, possiamo asserire che l'Italia è la nazione più vecchia del mondo, e già questa è una notizia preoccupante ma la realtà del nostro distretto socio-sanitario è ancora peggiore di quella nazionale ed esattamente:
Dai dati dell'anagrafe assistiti del nostro distretto sanitario anno 2015, al 15 settembre 2015 su un totale di polazione di 32.728 anime, i minori (0-13 anni) sono 3974, gli adulti (14- 64) sono 21070 e gli anziani ultra 65 enni 7673. infatti l'indice di vecchiaia nel nostro distretto è 193,0 quindi maggiore di quello nazionale. Da una veloce analisi dei dati numerici è facile osservare che gli anziani sono un'enorme quantità di soggetti e che questo numero andrà sempre più ad aumentare perchè la fascia centrale della popolazione, negli anni, andrà sempre più ad incremenatere quella degli anziani, mentre la fascia degli adulti, nel tempo, si assottiglierà e verrà sostituita con quella esigua degli attuali minori i quali una volta adulti, sempre se decideranno di restare nel nostro distretto e non emigreranno lontano, drovranno assistere tutti quegli anziani che intanto saranno aumentati sempre più. Insomma si verrà a creare un diagramma a forma di piramide rovesciata, che, come è facile intuire per le normali leggi di fisica, avrà un equilibrio molto precario.

Pertanto sarà facile prevedere che l'assistenza adeguata alle esigenze della maggiore parte della popolazione sarà di tipo sanitario e di accudienza sociale e che, in futuro, ci sarà un elevato bisogno di personale specializzato nell'assistenza agli anziani-disabili ed aumentarà in modo esponenziale il bisogno di infermieri, di OSS (operatore socio sanitario), Assistenti Sociali e, soprattutto, tecnici della riabilitazione, che, in verità scarseggiano già adesso.

Una seria analisi dei fattori demografici, infatti, fornisce non solo dati per una programmazione attenta delle politiche sociali, ma anche spunti interessanti di sviluppo e di prospettiva occupazionali per tutti i giovani che, appena diplomati, anche adesso, vorranno intraprendere un percorso di studi a conclusione dei quali decidere di restare nel proprio paese, con la certezza di un'occupazione.

Un'ultima considerazione vorrei farla nei confronti delle coperative di servizi che numerose sono presenti sul nostro territorio. Il servizio di assistenza dimiciliare di tipo sanitario, di cui io mi occupo , è attualmente gestito da una grossa cooperativa di servizi della provincia di Agrigento e sapete perchè? Perche è stata la sola a presentare la domanda e ad avere i requisiti richiesti.

Allora mi chiedo: è mai possibile che nel nostro territorio tanto bisognoso di questo tipo di assistenza e con tante piccole cooperative attive e valide, non riusciamo a produrre una grossa cooperativa di servizi che, se ci fosse, potrebbe fornire lavoro a molti cittadini del distretto mentre dobbiamo affidare l'incarico ad una cooperativa della provincia di Agrigento che gestisce il servizio in tutta la provincia ? Eppure il nostro territorio è provvisto di tante figure professionali capaci ed ingrado di coesistere e generare futuro, ma manca l'intuizione, la visione lungimirante e attenta e, soprattutto, lasciatemelo dire, manca la coesione, la mancanza di programmare insieme.

Naturalente sto attenzionando solo l'aspetto dell'assistenza ai disabili-anziani, perchè è il mio lavoro ma questo è quello che intendo quando parlo di politiche sociali e di programmazione mirata, compenete ed informata.

L'Assistente Sociale Dr.ssa Lidia Messina


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