Il direttivo Si.f.u.s. (Sindacato forestali uniti per la stabilizzazione), con la partecipazione di numerosi i lavoratori, ha criticato senza mezzi termini la proposta di legge, avanzata dall'Assessore regionale Cracolici, che dovrebbe riordinare il sistema forestale.
“L’essenza del discorso – spiega il segretario generale del Sifus, Maurizio Grosso– è che non si tratta di una riforma come viene millantato, ma di una vera e propria “controriforma”, penalizzante per la tutela del patrimonio ambientale e boschivo e ancor di più per i precari braccianti. L’enunciata metamorfosi del comparto forestale è rappresentata dal superamento dell'ex “Azienda sviluppo rurale e territoriale” con una nuova miracolosa “Agenzia” per le attività forestali, rurali e territoriali che gestirà i 23 mila forestali e 400 lavoratori dell'ESA. Funzioni e prerogativa della nuova “Azienda”: la gestione del nuovo servizio di prevenzione civile, operazioni di monitoraggio e tutela del territorio, di bonifica ambientale del territorio, interventi idraulici, di prevenzione idrogeologica, attività di vivaismo forestale e tanto altro ancora”.
Il Sifus ritiene in sostanza che il nuovo ordinamento sia generico, confuso, assolutamente inadeguato e rischia di complicare le cose, sia dal punto di vista della gestione che da quello delle garanzie contrattuali e dei diritti acquisiti dai lavoratori. “La sola cosa chiara – lamenta Maurizio Grosso– è la soppressione dei classici contingenti, centocinquantunisti, centunisti e settantottisti, che sarebbero rimpiazzati con comparti denominati “semestrali, quadrimestrali e trimestrali”, a seconda che facciano parte gli ex 151isti, 101isti, 78isti”.“La strategia delineata –criticano ancora gli esponenti del Sifus– introduce il principio ETP (equivalenza a tempo pieno), per giustificare (verso Roma) che è vero che il comparto dispone di 23 mila forestali, ma che applicando l'ETP, in realtà, è come se ne avessimo in organico 6.200 a tempo pieno. Di questi, 2.600, saranno utilizzati per la lotta attiva agli incendi boschivi, fermo restando le disponibilità delle risorse finanziarie”. “Ciò significa –dice Maurizio Grosso– che saltano le garanzie occupazionali.
L’enunciata trasformazione del settore stabilisce, infatti, che i lavoratori forestali dovranno rimanere a disposizione dell’Agenzia 365 giorni l'anno poiché verranno chiamati a spezzatino e in continuazione fino al teorico completamento di 151, 101 e 78 giorni. Sorprende il fatto che qualora un operaio avesse la possibilità di svolgere (tra una chiamata e l'altra) altre attività lavorative, le corrispondenti giornate fatte sarebbero scomputate da quelle effettuate per il comparto forestale. Ciò significa – protesta il segretario generale del Sifus– si chiama precarizzazione allo stato puro. La riforma vera, che valorizza il patrimonio naturale e le professionalità e l’operosità dei lavoratori, passa invece attraverso la stabilizzazione concepita nel disegno di legge di iniziativa popolare n. 104 del 2013. Diciamo quindi no –conclude Grosso– alla riforma Cracolici che è sbagliata sul piano tecnico e sul piano etico. Noi non la permetteremo, la contrasteremo proponendo un referendum abrogativo”.
Carmelo Loibiso |