Riprende vita il progetto del “Tribunale di montagna” dopo il fallito attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, che ha portato alla ribalta un problema di sicurezza e di mancanza di presidi di giustizia dello stato in una vasta area del territorio siciliano.
Il Movimento per la Difesa dei Territori ha scritto al sindaco di Nicosia Luigi Bonelli ricordandogli che nell’ottobre 2013 fu presentato al Ministero della Giustizia il progetto del “Tribunale di montagna”, attualmente è ripresa la discussione sulla riforma della geografia giudiziaria, come noto, è in discussione a livello ministeriale la “relazione Vietti”, che appunto prevede non solo la riduzione del numero delle Corti di Appello, ma anche quella ulteriore dei tribunali senza il vincolo di quelli che hanno sede negli ex capoluoghi di provincia, considerati intangibili nella prima riforma.
In un recente documento di studio elaborato dal Consiglio Nazionale Forense, si legge con chiarezza che «Il Consiglio Nazionale Forense è contrario alla mera riduzione dell’attuale numero delle Corti di Appello, ed anche ad un ulteriore intervento restrittivo dei circondari […], si tende a perseguire una indimostrata razionalizzazione sia del sistema giustizia sia della spesa presunta, con ciò sacrificando l’accesso alla giustizia in termini non solo formali ma soprattutto sostanziali». Nello stesso documento, il CNF evidenzia come «La fondatezza di questa convinzione sta nella ineludibile forza probatoria dei dati elaborati dall’Istat, componente dell’Osservatorio Permanente sull’esercizio della Giurisdizione istituito dal CNF, dalla cui disamina, a mero titolo esemplificativo, emerge che altri indicatori non trascurabili sono costituiti:
1) da quello fondamentale del tasso e del tipo di criminalità insistente su ciascun territorioe del grado di coesione sociale che sono elementi di forte differenziazione dei contesti delle diverse Corti di appello:
2) dall’assetto geografico attuale dei Distretti che è caratterizzato sia da forte variabilità dei bacini di utenza (abitanti ed imprese), sia da marcate diversità rispetto all’estensione territoriale dei medesimi ed ai sistemi di collegamento presenti in sede locale».
Da questi due aspetti, secondo MDT, occorrerebbe ripartire per richiedere al Ministero ed alle istituzioni competenti, di riconoscere i “tribunali di area”, che avrebbero come riferimento un bacino di utenza ampliato, derivante dai circondari di due o più tribunali oggetto della prima soppressione, ma riferito alle caratteristiche del territorio e non al solo dato numerico della popolazione.
In pratica secondo questo criterio, se da un lato vi sarebbero corti di appello oggetto di soppressione, dall’altro se ne potrebbero conservare altre con l’ampliamento del distretto grazie ai tribunali di area. In questi termini, il “Tribunale di Montagna” ne è un chiaro esempio.
In conclusione il Movimento per la Difesa dei Territori chiede al sindaco di Nicosia di farsi promotore, verso gli altri Comuni dei circondari, i cui tribunali sono stati oggetto della soppressione, della stesura di un protocollo di intesa con il quale i Comuni si impegnano a prevedere forme di collaborazione e coordinamento per la definizione e l’attuazione delle azioni e degli interventi finalizzati ad ottenere la istituzione del Tribunale di Montagna. |