Doveva svolgersi questa mattina l’autopsia sul corpo di Michele Lo Grasso, l’uomo deceduto a gennaio a seguito di un arresto cardiaco. Il pubblico ministero, Stefania Leonte, ha revocato l’ordinanza con la quale aveva disposto per il 10 giugno la riesumazione e l’autopsia del corpo, accogliendo la richiesta dell’avvocato Salvatore Timpanaro, difensore di tre dei quattro medici indagati in relazione al decesso, il difensore del quarto medico è Simone Di Fini, avvocato di Gagliano, mentre il difensore della famiglia del Lo Grasso è Donato Bruno del foro di Venezia.
L’avvocato Timpanaro, infatti, ha fatto riserva di incidente probatorio contestando la possibilità di svolgere accertamenti unilaterali non ripetibili da parte del pubblico ministero, secondo il difensore difetterebbe il requisito della indifferibilità. Pertanto, il magistrato ha revocato il suo precedente provvedimento.
Si procederà ora in contraddittorio delle parti e con periti nominati non più dal pubblico ministero, ma dal Gip per incidente probatorio.
La bara, che era già stata prelevata dal loculo per l’autopsia, doveva svolgersi oggi stesso presso il cimitero di Nicosia e per questo motivo era stato chiuso con ordinanza del Sindaco, sarà ora conservata nell’apposita cella frigorifera.
Raggiunto telefonicamente il sindaco di Nicosia ci fa sapere che venendo meno le operazioni di autopsia è stata revocata l'ordinanza di chiusura del cimitero.
Sergio Leonardi |