Il Gup del Tribunale di Enna il 5 maggio ha pronunciato una sentenza di proscioglimento per insussistenza del fatto, nei confronti del sindaco di Capizzi Giacomo Leonardo Purrazzo, il primo cittadino era stato accusato dal consigliere comunale di minoranza, Antonino Prestifilippo Cirimbolo del reato di cui all’art. 328 comma 2 del codice penale, omissione di atti d’ufficio, in concorso con il responsabile del settore amministrativo del Comune di Capizzi.
Il consigliere Prestifilippo Cirimbolo il 10 dicembre 2014 aveva richiesto il rilascio di copia di una serie di documenti, tra cui il registro dell’ufficio di protocollo dall’1 luglio 2013 (20 giorni dopo le elezioni comunali) fino al 9 dicembre 2014 (il giorno antecedente la richiesta).
Il sindaco, dopo aver riscontrato la richiesta del consigliere comunale trasmettendola lo stesso giorno agli uffici competenti per il rilascio e, ricevute tutte le comunicazioni venerdì 9 gennaio 2015, trasmise gli atti al consigliere richiedente il 12 gennaio 2015.
Allo stesso, tuttavia, non fu consegnata la copia integrale del registro del protocollo, ma una comunicazione a firma del responsabile dell’ufficio di segreteria con cui, stante le pronunce giurisprudenziali e la costante prassi amministrativa, si invitava il consigliere comunale a concordare con il responsabile dell’ufficio di protocollo i termini ed i modi per l’accesso agli atti.
Il consigliere Prestifilippo Cirimbolo invece di recarsi presso gli uffici comunali ed avere le copie di tutti gli atti richiesti, segnalava al Prefetto, all’assessorato regionale Autonomie locali, ai carabinieri di Capizzi e alla Procura di Enna, il mancato rilascio degli atti, chiedendo l’intervento delle autorità “al fine di ripristinare un clima di legalità all’interno del Comune di Capizzi”.
Questa segnalazione del consigliere approdava, dopo un’indagine della stazione dei carabinieri di Capizzi, alla Procura di Enna, a seguito della quale il sindaco Purrazzo fu iscritto nel registro degli indagati, unitamente al responsabile dell’ufficio di segreteria Antonino Cacciato Insilla e rinviati a giudizio a fine novembre 2015.
Nell’udienza del 5 maggio 2016 il Gup ha ritenuto insussistente il reato contestato ed infondati i fatti segnalati dal consigliere Prestifilippo Cirimbolo, accogliendo la tesi difensiva sostenuta dal difensore del sindaco l’avvocato Vincenzo Faraone, e dal difensore del responsabile dell’ufficio di segreteria, l’avvocato Giuseppe Scillia, pronunciando la sentenza di non luogo a procedere nei confronti sia del primo cittadino di Capizzi che del responsabile dell’ufficio di segreteria.
Soddisfatto, ma nel contempo anche amareggiato per la vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto, il sindaco di Capizzi sottolinea come questa vicenda avrà senz’altro i suoi strascichi sulla comunità capitina, ma soprattutto si chiede chi dovrà sopportare i costi delle spese legali sostenute.
Secondo il sindaco Purrazzo “l’intento del consigliere Prestifilippo Cirimbolo, evidentemente, non era quello di avere l’accesso agli atti, bensì alla rimozione del sindaco, come da richiesta presentata da lui, unitamente al consigliere Briga, alla Regione Sicilia. Più volte, inutilmente, fu suggerito al consigliere che avrebbe ben potuto esercitare il legittimo e sacrosanto diritto di accesso recandosi presso l’Ufficio protocollo, in uno spirito di leale collaborazione che deve sussistere tra gli amministratori, il consigliere eletto e la struttura burocratica dell’ente, indicazione fornita al consigliere anche dall’assessorato Enti locali della Regione Sicilia con la nota del 15 giugno 2015. |