L’allarme degli ultimi giorni su una probabile sospensione dell’attività del punto nascita di Nicosia, è stato parzialmente tamponato dall’incontro avvenuto ad Enna tra il sindaco di Nicosia Luigi Bonelli ed il direttore generale dell’ASP Giovanna Fidelio, la dirigente ha assicurato il primo cittadino che la deroga ministeriale per il punto nascita di Nicosia è ancora valida ed il reparto rimarrà aperto almeno fino al 2017.
Ma determinati segnali, nomine e dimissioni non depongono bene sul futuro di questo reparto, innanzitutto è stato annunciato il nuovo primario facente funzioni, dal primo giugno la ginecologa Maria Di Costa verrà sostituita dal suo collega ennese Giuseppe La Ferrera, quest’ultimo ricopre il medesimo incarico di primario nell’U.O.C. di ginecologia ed ostetricia all’ospedale Umberto I di Enna.
Una prima riflessione fa certamente pensare ad un “commissariamento” del punto nascita di Nicosia e ad un suo ridimensionamento, non si è mai visto un primario in due unità operative complesse e non è certamente un’ipotesi remota prevedere una trasformazione da unità complessa ad unità semplice proprio di Nicosia, in pratica questo significa che nel nosocomio nicosiano potranno effettuarsi solo parti in emergenza, mentre per l’”ordinaria amministrazione” i parti verrebbero dirottati ad Enna.
Da qui il mancato completamento della pianta organica con nomina di anestesisti ed altro personale per rendere la struttura efficiente, dubitiamo perfino che verrà bandito il nuovo concorso per primario del reparto, ma su questo attendiamo l’approvazione della dotazione organica.
Che non tiri una buona aria nell’Ospedale di Nicosia lo testimoniano le improvvise ed inattese dimissioni del direttore sanitario del presidio, Salvatore Madonia, c’è qualcosa che bolle in pentola e senz’altro l’ex direttore sanitario non è uomo che si faccia “crocifiggere” da cittadini ed istituzioni così facilmente, prendendosi responsabilità non sue.
Per ultima la situazione grave della chirurgia da diversi mesi ridimensionata e con le emergenze dirottate verso altri ospedali del distratto sanitario.
Una situazione complessa che a quanto pare sfiora senza toccare particolarmente la classe politica nicosiana, preoccupato senz’altro il sindaco che immediatamente ha incontrato il direttore generale dell’ASP di Enna, ma per quanto riguarda il consiglio comunale sarebbe opportuno convocarne uno urgentemente, non solo per interrogare l’amministrazione e per relazionare il civico consesso, ma per capire che strada va intrapresa nel futuro.
Il 2017 è molto vicino è la chiusura potrebbe essere una probabilità, come avvenne qualche anno fa per il carcere, stracciarsi le vesti a fatto compiuto, scendere in piazza e fare passerelle politiche non servirebbe a nulla, forse solo gonfiare l’ego di qualche eroe di giornata, ma alla fine la frittata sarebbe comunque servita.
Parlare chiaro e decidere fin da subito è la strada che andrebbe intrapresa per capire se ci troviamo di fronte ad un tentativo, nemmeno tanto occulto, di smantellamento dell’ospedale di Nicosia.
Sergio Leonardi |