Nella tarda serata del 4 aprile i militari della stazione di Barrafranca congiuntamente ai colleghi di quella di Piazza Armerina, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Enna, arrestavano il 36enne Antonino Infantino residente a Catania, fruttivendolo, pregiudicato, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza” e la 35enne Maria Luana Nigro, residente a Ramacca, disoccupata, pregiudicata.
I due secondo gli investigatori sarebbero gli autori della a mano armata perpetrata a Barrafranca il 16 aprile 2015 presso il Banco Popolare Siciliano, durante la quale, dopo essersi introdotti all’interno della filiale, si facevano consegnare dal cassiere dietro la minaccia di una pistola la somma in contanti di 8.500 euro circa.
Nell’immediatezza della rapina, a seguito dell’esame del sistema di videosorveglianza e dalle informazioni acquisite dai presenti, è stato possibile ricostruire che, alle ore 15,10 del 16 aprile 2015, due soggetti, un uomo ed una donna entravano, attraverso la bussola, in successione, all’interno del predetto istituto di credito. L’uomo, dopo aver atteso qualche istante nell’area adibita al pubblico, mentre la donna distraeva l’unico impiegato addetto alla cassa con il pretesto di chiedere informazioni, scavalcava la postazione di lavoro e, dopo averlo spinto e minacciato, puntandogli una pistola alle spalle che teneva occultata all’interno del giubbino, gli intimava di impostare il timer di apertura della cassaforte; nel frattempo, la donna minacciava i clienti presenti.
I due rapinatori, quindi, si impossessavano della somma di 8.500 euro circa e si dileguavano fuggendo prima a piedi e, subito dopo, a bordo di una Kia Picanto risultata rubata a San Giovanni la Punta, rinvenuta poco distante dall’istituto di credito, per poi proseguire a bordo di una Fiat Punto di colore scuro.
Dall’attività investigativa, si riscontrava che nello stesso periodo, una donna si era resa responsabile di un altra rapina in provincia di Agrigento. Considerando il modus operandi, ovvero la partecipazione di una donna nell’azione criminosa, si acquisivano le foto dei soggetti autori di quella rapina al fine di compararle con quelle dei soggetti che avevano rapinato il Banco Popolare Siciliano di Barrafranca. Dall’esame delle foto, si riconoscevano le effigie dei rapinatori riconducibili alla Nigro ed Infantino, le quali risultavano perfettamente sovrapponibili con quelle dei due rapinatori della banca di Barrafranca.
Sulla scorta degli elementi acquisiti, veniva effettuata una perquisizione domiciliare a carico dei due presunti rapinatori, al fine di rintracciare gli indumenti indossati all’atto della rapina nonché ogni altro utile elemento ai fini delle indagini.
Le perquisizioni consentivano di rinvenire nella disponibilità di Infantino una pistola semiautomatica calibro 7,65, con matricola abrasa e un paio di jeans indossati durante la rapina ed anche presso l’abitazione della Nigro venivano rinvenuti gli stessi capi d’abbigliamento da lei indossati durante la rapina di Barrafranca.
Nella circostanza Infantino veniva tratto in arresto per ricettazione e detenzione abusiva di armi e munizioni e tradotto presso la Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza”.
La Nigro, invece, veniva rintracciata dai militari a Mascalucia e dopo le formalità di rito, è stata anch’essa tradotta presso la Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza” a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. |