Emergono i primi dettagli dell’operazione condotta questa mattina dagli uomini della Squadra mobile di Enna, in collaborazione con la Squadra mobile di Catania e con il Commissariato di Nicosia.
Tra i nove arrestati c’è anche un nicosiano, si tratta del 25enne nicosiano Mario Bonelli che ad inizio di ottobre 2015 era stato arrestato per il reato di estorsione ai danni di un imprenditore edile.
Gli arresti sono scattati anche a carico dei catanesi Giuseppe Caruso, Salvatore Cosentino, Angelo Magrì, Michael Nicotra , Salvatore Privitera, Angelo, Pietro, e Vincenzo Verga.
L’indagine era nata nell’ambito di altro procedimento penale relativo al delitto di estorsione perpetrato in danno di una ditta edile che stava eseguendo dei lavori pubblici in Nicosia, per cui lo scorso ottobre Mario Bonelli, come già ricordato, era stato arrestato. Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un gruppo criminale costituito da soggetti tutti provenienti da Catania, che si appoggiava proprio al Bonelli in qualità di referente per la provincia, la banda operava nei comuni di Leonforte e Nicosia, perpetrando furti di apparati bancomat, ubicati all’interno dei locali degli Ospedali dei due centri.
In questi mesi sono stati esaminati i contatti telefonici tra il Bonelli e la banda di catanesi, monitorando perfino i movimenti con l’autovettura in uso al presunto basista, dai sono emersi il giovane nicosiano manteneva un rapporto periodico con alcuni degli indagati, fornendogli il proprio supporto logistico nel momento in cui il gruppo capeggiato da Angelo Magrì e Pietro Verga si recava in provincia di Enna per compiere i furti in danno degli istituti di credito.
La figura di basista del Bonelli emerge proprio in occasione del primo furto di bancomat ai danni dell’ospedale di Nicosia, in quell’episodio il giovane, durante gli spostamenti effettuati nel corso della notte del 30 settembre 2015, si muoveva a bordo della propria autovettura da Nicosia a Leonforte, proprio in prossimità dell’Ospedale Ferro-Branciforti-Capra, per condurre in quel luogo i propri complici che, poco prima, avevano invano tentato di impossessarsi del bancomat a Nicosia.
Nel corso delle intercettazioni dei dialoghi telefonici fra gli indagati è emerso come gli stessi per comunicare tra loro, al fine di organizzare i “raid” notturni, utilizzassero un linguaggio criptico, caratterizzato sovente da metafore calcistiche; venivano, infatti, concordati in modo convenzionale degli incontri di “calcetto” con schieramento delle relative squadre in campo. In queste fantomatiche “partite” i soggetti indicavano quale squadra avversaria quella “formata” dalle forze di polizia. Infatti, se nel corso dei sopralluoghi constatavano la presenza di polizia, rimandavano il colpo adducendo che per quella serata “l’altra squadra era più forte”. Inoltre, quando non riuscivano a concretizzare i colpi per la defezione di alcuni complici, anche alcuni familiari, a conoscenza degli “affari”, commentavano il comportamento “pusillanime” del correo “che aveva paura di giocare”. Altre metafore utilizzate dagli indagati nel corso delle varie fasi della perpetrazione di furti, per indicare la presenza di forze di polizia sul territorio, richiamavano contesti metereologici, sicché, di volta in volta, veniva detto: “sta piovendo forte”, oppure, “c’è caldo”.
Le positive risultanze raccolte dagli investigatori venivano dunque rassegnate al pubblico ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, dott. Francesco Augusto Rio, titolare delle indagini, il quale chiedeva l’emissione della misura cautelare a carico degli indagati.
Misure quest’ultime disposte dal G.I.P. presso il Tribunale di Enna, dott. La Placa, ed eseguite nella mattinata odierna dai poliziotti della Squadra Mobile di Enna insieme alla Squadra Mobile di Catania ed al Commissariato di P.S. di Nicosia.
Al termine delle operazioni, gli indagati venivano sottoposti al regime degli arresti domiciliari. |
