Si è conclusa con una sentenza di condanna, arrivata dopo sei anni di processo, la triste vicenda che ha visto coinvolti dei minorenni ed i loro genitori.
I fatti risalgono al luglio 2009, un ragazzino viene vessato da alcuni suoi coetanei, interviene in sua difesa il padre, un 49enne di Sperlinga, insultando pesantemente uno dei due ragazzi di origini marocchine, all’episodio avevano assistito diversi testimoni.
I genitori del ragazzo di origini nord africane, allora minorenne, si costituirono parte civile con l’avv. Salvatore Timpanaro, la prima udienza del processo si tenne nel maggio del 2010 davanti al giudice di pace. Tra gli imputati del processo anche la madre del ragazzo insultato, accusata a sua volta di minacce nei confronti del 49enne.
L’avv. Timpanaro chiamò a testimoniare una decina di ragazzi compagni della giovane vittima, in tutto 16 testimoni costretti a sfilare per ben quattro volte davanti ad altrettanti magistrati che si sono succeduti in questi anni, per questo motivi i tempi si sono dilatati oltremodo ed il processo è dovuto ripartire ogni volta da zero. In tutto circa 30 udienze.
La sentenza del giudice di pace di Nicosia, il dott. D’Amico, ha condannato il 50enne alla pena di 50 euro di multa per le minacce a sfondo razziale, al risarcimento del danno, da liquidarsi in separata sede, nonché alla refusione delle spese processuali in favore della parte civile costituita. Nel contempo la madre del ragazzo insultato è stata assolta.
Il giudice in pratica ha respinto la tesi difensiva dell’uomo che ha sempre sostenuto che i suoi figli avrebbero subito atti di bullismo da parte dei ragazzi di Sperlinga, Per questo episodio si era espresso anche il Tribunale per i minorenni di Caltanissetta nel 2015, assolvendo due dei ragazzi dalle accuse di bullismo per insussistenza dei fatti.
La vicenda non è ancora conclusa, un terzo processo si aprirà dinnanzi al Tribunale di Enna il prossimo 21 giugno, sempre a carico del 49enne già condannato, questa volta l’uomo è accusato di aver cagionato delle lesioni alla giovane vittima.
Anche in questo caso il processo ha subito delle vicissitudini particolari, un cambio di ben tre giudici ed il ritardo dovuto alla soppressione del Tribunale di Nicosia. Parte civile in questo processo l’avv. Timpanaro che ha ottenuto, in corso di istruttoria ed in udienza, che all’imputato fosse contestata l’aggravante del fatto commesso con finalità di discriminazione razziale e di odio etnico.
Soddisfatto per l’esito delle sentenze l’avv. Salvatore Timpanaro, legale della famiglia della vittima: “Esprimo viva soddisfazione per la giusta sentenza emessa dal giudice di pace, sia come parte civile per la condanna ottenuta, sia come difensore dell’imputata per la sua piena assoluzione. Resta, tuttavia, l’amarezza per un sistema che riesce a rendere giustizia solo tardivamente, dopo ben sei anni !”
Sergio Leonardi |