Un evento del tutto particolare per un istituto scolastico, l’Alessandro Volta di Nicosia che nella mattina di venerdì 29 gennaio ha ospitato il giornalista Luciano Mirone autore del libro “Un <<suicidio>> di mafia” e l’avv. Enzo Guarnera, ex deputato regionale per due legislature ed ex membro della commissione regionale antimafia, oggi difende diversi collaboratori di giustizia, due personaggi che per la loro storia sono profondi conoscitori delle vicende mafiose italiane.
Un’occasione rara per far conoscere agli studenti l’ultimo mezzo secolo della storia della Sicilia e d’Italia attraverso una vicenda dai contorni poco chiari e ancora oggetto d’indagine da parte della magistratura.
L’incontro è stato introdotto dalla prof.ssa Salvatrice Buttò, dopo i saluti del dirigente scolastico Felice Lipari, si è passati alla lettura delle note biografiche dell’autore Luciano Mirone curate dalla prof.ssa Maria Assunta Gullotta.
La prof.ssa Pina Caniglia ha iniziato il dibattito sottolineando l’importanza di questi incontri con gli studenti, una tappa fondamentale per la loro formazione e per la loro crescita.
Il cuore del dibattito è stato introdotto dal prof. Antonello Catania, il docente dell’istituto Volta ha descritto con dovizia di particolari il contenuto del libro, un’inchiesta condotta da Luciano Mirone sul caso di Attilio Manca, medico urologo trovato morto a 34 anni riverso sul letto, per terra una pozza di sangue, nel braccio sinistro due buchi, a pochi metri due siringhe da insulina. Originario di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, primo urologo italiano a operare il cancro alla prostata col sistema laparoscopico. I magistrati di Viterbo sono sicuri che si tratti di un decesso per overdose, causato dall’assunzione di eroina, alcol e tranquillanti. Peccato che il giovane medico sia un mancino puro, quei buchi dunque si trovano sul braccio sbagliato. Tutti i suoi colleghi escludono che Attilio facesse uso di droga. Troppe le cose che non tornano in questa storia. Per i familiari si tratta di un omicidio camuffato da suicidio. La morte del figlio, dicono, è da collegare con l’operazione di cancro alla prostata cui, nel settembre del 2003, è stato sottoposto a Marsiglia Bernardo Provenzano, capo dei capi di Cosa Nostra, nascosto sotto falso nome e la cui latitanza, durata più di 40 anni, secondo i magistrati di Palermo, fu favorita da pezzi dello Stato. Attilio avrebbe visitato e curato il boss in Italia, sia prima sia dopo l’intervento in Francia e non è escluso che fosse presente anche in sala operatoria.
L’avv. Enzo Guarnera nel suo intervento non ha risparmiato i suoi preziosi consigli agli studenti, forte della sua esperienza come docente, ha indicato la via verso il cambiamento di questa società odierna attraverso un cambio di marcia che deve partire dai giovani, sempre vivi nel loro spirito critico verso chiunque e senza remore.
Una vera e propria lezione di storia quella del giornalista Luciano Mirone, partendo dalla mafia dallo sbarco degli anglo-americani fino ai primi anni del dopoguerra, passando all’evoluzione degli anni odierni, non disdegnando riferimenti alle stragi che hanno insanguinato il nostro paese, il caso Moro, le stragi mafia, i pezzi dello Stato coinvolti nella trattativa con le cosche di Cosa Nostra, gli intrecci tra massoneria e servizi segreti deviati, tutta una serie di argomenti che fanno comprendere ancora maggiormente il significato dell’inchiesta sulla morte di Attilio
Manca condotta attraverso le pagine del libro e ci fanno capire l’Italia odierna divisa tra la volontà di cambiamento ed il mantenimento dello status quo, conveniente per certi strati sociali che vivono e proliferano in questo sistema marcio.
Interessante anche il momento delle domande degli studenti a cui i due protagonisti hanno risposto in modo chiaro, allargando in taluni casi il discorso ad altre tematiche.
Non è stata una semplice presentazione di un libro, ma una vera e propria lezione di vita e di storia utile a comprendere il nostro tempo e la nostra società.
Sergio Leonardi |