Si è conclusa nella serata di domenica 24 gennaio la V Festa delle Comunicazioni Sociali e della Cultura attraverso delle rappresentazioni teatrali riprodotte in diversi luoghi di Nicosia, il titolo di questa manifestazione è emblematico, "Teatrando: il teatro si fa strada... e va incontro al pubblico".
Anche il teatro è una forma diretta di comunicazione e di cultura e con questo evento lo si è voluto portare in strada dove è nato e si è sviluppato nel corso dei secoli, attraverso una serie di scene il cui tema rispecchia quello della festa “Comunicazione e Misericordia un incontro fecondo”.
Quattro le compagnie teatrali nicosiane impegnate in questo evento particolare, la prima rappresentazione è avvenuta all’interno del convento delle suore di Palazzo Speciale, la compagnia teatrale "Nico...satireggiando" ha rappresentato in modo molto efficace il miracolo del Padre della Misericordia attraverso un testo scritto dal giovane Alain Calò. Un direttore non credente non concede un giorno di ferie ad una giovane impiegata nicosiana che vuole assistere alla festa del terzo venerdì con la processione del Padre della Misericordia. I due si ritrovano proiettati indietro nel tempo fino al 20 novembre 1626 in una Nicosia colpita dalla peste, In uno scenario apocalittico di distruzione, una ragazza del monastero dell'Immacolata in Santa Cristina vide in una visione che per scongiurare il flagello bisognava portare in processione per le vie della città il simulacro di Gesù Crocifisso Padre della Misericordia, il clero ed il Senato e tutti il popolo aderirono con grande gioia a tale ispirazione, i nicosiani ebbero fede e la processione ufficiale solenne ed affollatissima ebbe luogo. In questa rappresentazione il direttore si converte e concede il giorno di ferie alla sua impiegata.
La seconda rappresentazione è stata messa in scena nella chiesa di San Calogero dal “Laboratorio Teatrale S. Maria Maggiore”, gli attori hanno recitato in lingua gallo-italica la celebre parabola del “Figliol Prodigo” tratta dal vangelo di Luca. Un uomo ha due figli e, nonostante non manchi loro nulla, il più giovane pretende la sua parte di eredità mentre il padre è ancora in vita. Ottenutala, si reca in un paese lontano dove spreca tutte le sue ricchezze con una vita dissoluta. Ridotto alla fame, per sopravvivere è costretto a fare il mandriano di porci. Medita pertanto in cuor suo di andare da suo padre, mentre è ancora per strada, il padre lo scorge e gli corre incontro, accogliendolo a braccia aperte, ordinando ai suoi servi di preparare una grande festa per l'occasione, uccidendo allo scopo il "vitello grasso", il primogenito non capisce perché al fratello dovrebbe essere riservato un simile trattamento, e ricorda al genitore che lui, che gli aveva sempre obbedito, non aveva mai ricevuto nemmeno un capretto per far festa con gli amici, ma il padre rispose: ”Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. “, una misericordia incondizionata motivata dal ritrovamento del figlio perso, morto e ritornato in vita.
La Filodrammatica Girasole ha rappresentato, all’interno della chiesa di Sant’Antonio Abate, una scena in cui viene messa in evidenza la Misericordia della Morte. Un anziano ormai in fin di vita viene curato dal suo medico, ma la morte vestita di bianco interviene, non c’è più nulla da fare, la morte strappa la vita dell’anziano dalle mani del medico. E si trovano riferimenti alle parole di Papa Francesco “Chi pratica la misericordia non teme la morte, poiché la guarda in faccia nelle ferite dei fratelli, e la supera con l’amore di Gesù Cristo”.
L’ultima rappresentazione in Piazza Garibaldi è stata curata dalla compagnia teatrale “Briciole d’Arte”. Un mercante di esseri umani credendosi misericordioso vende viaggi della speranza a dei poveri immigrati e rifugiati, rifiutando però di imbarcare coloro che non possono pagare, il viaggio verso le coste europee e pieno di insidie e la morte è sempre in agguato, alla fine arrivano accolti veramente con misericordia dai volontari che giornalmente soccorrono in mare aperto centinaia di profughi in barconi fatiscenti, applicando in pieno la parola del vangelo di Matteo: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. La rappresentazione è terminata con la proiezione di un filmato sull’opera dei volontari italiani nei mari del mediterraneo in soccorso dei migranti.
Sergio Leonardi |