Ha il sapore di un’occasione persa per la Reggina, questa sconfitta a Leonforte. Mister Cozza, allenatore amaranto con un lungo passato da calciatore in Serie A, è deluso a fine gara: «Non è stata una partita bella il campo di gioco era in pessime condizioni, sembrava di giocare sull’argilla. Il rammarico, da parte nostra, è che se in trasferta si segnano due gol si deve vincere». Si dice tranquillo, invece, in chiave play-off: «Non cambia niente. Sono convinto che quelli davanti rimarranno dove sono, noi oggi potevamo inserirci ma non l’abbiamo fatto. Ora non possiamo sbagliare più una partita».
Ovviamente soddisfatto, invece, Gaetano Mirto: «L’ennesima dimostrazione che questi ragazzi non mollano mai. Siamo sempre sul pezzo. Ottimo primo tempo da parte nostra, secondo tempo più moscio. Abbiamo regalato due gol: soprattutto nel secondo abbiamo fatto un patatrac. Bravi e fortunati, poi, a trovare subito il pareggio». Sul “vizietto” leonfortese di battere le grandi si esprime così: «Siamo una squadra giovane e abbiamo il difetto di adeguarci troppo agli avversari. Ci adeguiamo con le piccole che giocano un calcio più lento e ci adeguiamo con le grandi che giocano in velocità. Non riusciamo a imporre il nostro ritmo». Infine, uno sguardo alla classifica che vede la Leonfortese al quinto posto dietro solo alle grandi: «Oggi la Leonfortese è tra le grandi. Domani non lo sappiamo, ma oggi siamo là. L’importante ora è raggiungere il prima possibile il nostro obbiettivo, poi ci divertiamo!».
In sala stampa anche gli autori dei tre gol che hanno regalato la vittoria alla Leonfortese. «Oggi sono riuscito a buttarla dentro. Ho avuto delle occasioni nelle altre partite e non c’ero riuscito. Stavolta ho fatto centro» parole di Adamo, autore del momentaneo 2-2. Contentissimo Lo Coco, artefice di un gol stratosferico: «Lo cercavo da parecchio un gol così. Tra l’altro oggi andiamo a 33 punti e domani io compio proprio 33 anni». Momento di commozione, infine, con Raimondi e la sua dedica speciale: «Dedico il gol alla mia famiglia, a mia moglie, a mia figlia e a mio figlio che da due mesi non c’è più».
Luca Di Leonforte
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