Lo scorso mese di ottobre, personale della Squadra Mobile di Enna, riceveva la denuncia da parte di un giovane, ancora minorenne, il quale riferiva agli agenti che da diversi mesi era vittima di un’estorsione messa in atto nei suoi confronti da parte di alcuni soggetti a lui sconosciuti, i quali più volte gli avevano intimato di consegnargli del denaro, prospettandogli, in caso di suo rifiuto, delle ritorsioni nei confronti dei suoi familiari. Proseguendo nella narrazione, il giovane riferiva che, ricevuta la richiesta estorsiva, per timore di subire le ritorsioni prospettatigli racimolava le somme di denaro prelevandoli dalla cassaforte del nonno e successivamente – cosa che faceva insospettire ancor più gli agenti - allorquando il nonno si sarebbe accorto dell’ammanco, iniziava a procurarsi il contante con delle vincite provenienti da scommesse. Il giovane precisava infine che egli, a più riprese, aveva consegnato agli aguzzini quasi 2000 euro, e che loro, gli avrebbero richiesto ancora di consegnargli un’ulteriore somma consistente di denaro, questa ulteriore pretesa avrebbe determinato la denuncia dell’estersione alla polizia.
Il racconto prospettato dal ragazzo però non convinceva i poliziotti, che decidevano comunque di approfondire gli accertamenti, anche per tentare di identificare i presunti aguzzini, assumendo, fra l’altro, informazioni presso parenti ed amici della giovane vittima.
All’esito delle complessive indagini emergevano diverse contraddizioni fra il racconto del giovane e quanto appurato dai poliziotti, anche in ordine ai luoghi dove gli aguzzini del giovane volevano fosse loro consegnato il denaro.
Messo di fronte alle sue responsabilità, il giovane confessava ai poliziotti di aver inventato di sana pianta la storia raccontata in precedenza, narrando la realtà degli accadimenti. Il ragazzo, in proposito, raccontava che, dopo aver ripetutamente sottratto del denaro dalla cassaforte del nonno, ed aver con esso acquistato, fra l’altro, diversi costosi smartphone, vistosi scoperto dal congiunto, avrebbe inventato la storia del suo taglieggiamento ad opera di soggetti ignoti, per giustificare il suo comportamento nei confronti del familiare.
A seguito delle indagini svolte, pertanto, gli investigatori ennesi denunciavano il giovane 17enne, in stato di libertà, presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Caltanissetta. |
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