Circa un centinaio di persone, tavoli disposti lungo i corridoi della struttura, tra la sala mensa e la sala relax, la collaborazione e la partecipazione di tutti i numerosissimi presenti: questa la bellissima atmosfera che si respirava presso la Residenza Sanitaria Assistenziale Ferro Branciforti Capra di Leonforte in occasione del pranzo di Natale.
A precedere il momento di convivialità, la Santa Messa cantata dalla corale “Ever Joyous” indispensabile per creare quel clima di festa e condivisione tanto importante in una struttura completamente dedita alla riabilitazione psico-fisica dei pazienti.
Ricchissimo, con ulteriori, futuri imperdibili appuntamenti il programma di attività per il periodo natalizio preparato dagli animatori sociali Antonio Maria e Antonella Laneri perfettamente inseriti nella struttura.
Come si evince chiaramente dalle accorate parole della posturologa, nonché coordinatrice Lella Rosa, il percorso di chi si trova a dover ricorrere alla residenza in una struttura del genere, spesso, risulta complicato e pieno di ostacoli. Il percorso riabilitativo non può e non deve assolutamente ridursi all’alternanza, quasi meccanica, delle tre attività del nutrirsi, del dormire e del curarsi in quanto bisogna garantire la giusta attenzione anche alla sfera psichica del paziente. Fondamentali, a tal fine, e capaci di integrare perfettamente le attività di fisioterapia ed i controlli medici, le terapie occupazionali: tutte quelle attività capaci di coinvolgere il paziente, impegnarlo e distrarlo intervenendo, senza alcun dubbio, anche sull’umore. Ed è questo il modo, del tutto naturale, in cui si riscoprono le antiche tradizioni e conoscenze, si effettua quello scambio e quell’arricchimento intergenerazionale tanto prezioso tra personale e pazienti, si propongono nuove idee e semplicemente ci si sente vivi.
Toccante la riflessione del dottor Leanza che, considerando il proprio incarico quasi una sfida, si dichiara più che soddisfatto dei risultati raggiunti ed umanamente arricchito ricordando quel “centuplo” di biblica memoria che si riceve dal rapporto con l’altro: quell’altro che non può e non deve mai essere considerato un numero ma quella commistione imprescindibile tra fisico e psichico.
Altrettanto soddisfatta e vicina alle famiglie ed ai pazienti la dottoressa Licciardo che rivolge i propri personali ed affettuosi auguri di buone feste.
Elementi vari, diversi, attinenti a tutte le sfere della personalità dei pazienti che, mescolati tra di loro, rendono speciali le attività della struttura e danno la possibilità ai familiari di definire i membri dello staff, a buon diritto, degli “angeli caduti dal cielo”.
Francesca Tremoglie |
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