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Tribunale di Nicosia, ad un mese dalla chiusura le ipotesi in campo

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13/08/2013 - Tribunale di Nicosia, ad un mese dalla chiusura le ipotesi in campo

Manca ormai un mese alla fatidica data di chiusura del Tribunale di Nicosia, è il mese di agosto, nulla si muove, le assemblee parlamentari e regionali sono chiuse, tutto si muove con un ritmo lento in attesa che passi l’estate. Il tempo stringe, praticamente diverse le ipotesi in campo che a 30 giorni dalla chiusura vorremmo analizzare e capirne la fattibilità.


1 – Istituzione del Tribunale dei Nebrodi: Il 29 luglio a Mistretta 19 consigli comunali hanno approvato all’unanimità l’istituzione del Tribunale dei Nebrodi, il nuovo presidio di giustizia dovrebbe nascere dalla fusione dei sopprimendi tribunali di Nicosia e Mistretta, lasciando intatti nelle funzioni e paritetici i due palazzi di giustizia, riducendo l’organico dei giudici. Ipotesi affascinante che tra l’altro potrebbe essere di immediata applicazione visto considerato che con la delega prevista il Ministro Cancellieri con un decreto d’urgenza potrebbe istituirlo in tempi rapidi.


2 – Proroga all’entrata in vigore: Esistono in questo caso due sotto ipotesi, la proroga di un anno in attesa che il governo riveda in qualche modo il provvedimento, limando quelle parti che potrebbero ostacolare o rendere inefficiente la riforma, la proroga edilizia di cinque anni, quest’ultima ipotesi abbastanza lontana si potrebbe applicare al nostro caso specifico, da un’ispezione sembrerebbe che il tribunale accorpante di Enna non sia in grado di ricevere archivi, documenti, suppellettili e personale da quello accorpato di Nicosia, i lavori di adeguamento spettano al comune di Enna che ad oggi non ha provveduto. Intanto è iniziato il trasferimento di alcuni fascicoli, una parte dell’archivio potrebbe rimanere a Nicosia, ma qui si aprirebbe un contenzioso con il comune di Nicosia che ha richiesto l’immediato sgombero dei locali di sua proprietà. La commissione Giustizia del Senato in sede referente e all’unanimità aveva approvato un documento in cui si chiedeva la proroga di un anno, ma questo ancora non  è stato calendarizzato, un emendamento dell’On. Greco alla Camera è stato dichiarato inammissibile. Tempi troppo ristretti se consideriamo che la il Parlamento riapre ai primi di settembre e sul tavolo ci sono questioni urgenti e decreti da riconvertire.


3 – La sede distaccata: Ipotesi che si è materializzata il 7 agosto quando il Governo fu battuto alla Camera su un ordine del giorno al “Dl Fare” presentato dal PD. I tre capigruppo in Commissione Giustizia del PD, PDL e Scelta Civica a cui si è aggiunto successivamente SEL si sono visti approvare un ordine del giorno, che come spiega l’on. Walter Verini del PD “impegna il governo a istituire presidi di giustizia con le stesse funzioni di sezioni distaccate laddove siano stati soppressi i tribunali, così da evitare ogni rischio di desertificazione giudiziaria e di accorpamenti non funzionali alle esigenze di efficientamento delle procedure e dell'attività giudiziaria". La sede distaccata riconoscerebbe al Tribunale di Nicosia solo ,alcune funzioni molto ridotte, ad esempio non ci sarebbe più la procura, inoltre i dl 155/12 e 156/12 che hanno riformato la geografia giudiziaria prevedono la totale soppressione di queste sedi. Al momento però questa è l’unica ipotesi che verrà discussa e presa in considerazione nelle opportune sedi.


4 – Referendum abrogativo: I decreti legislativi potrebbero essere abrogati o riformati tramite referendum popolare previsto dall’art. 75 della Costituzione, una raccolta di 500.000 firme appare lunga e costosa, il 6 agosto il Consiglio Regionale dell’Abruzzo ha approvato al’unanimità, su proposta del COA di Avezzano, una proposta di referendum abrogativo a cui, entro il 30 settembre, dovrebbero accodarsi almeno altri 4 consigli regionali. Ipotesi suggestiva, ma anche questa che arriverebbe fuori tempo massimo, tutto passa la vaglio della Corte Costituzionale che potrebbe respingerlo o approvarlo e tra maggio e giugno del 2014 indire il referendum. Nulla vieta al governo però di intervenire immediatamente per evitare un caos istituzionale con tribunali sopprimendi che di colpo rinascerebbero, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare.


5 – Legge di iniziativa popolare: Giace al Senato dal 22 Gennaio 2013 una legge di iniziativa popolare, depositata a norma dell’art. 71 della Costituzione, che ha raccolto oltre 50.000 firme in tutti i comuni interessati alla soppressione, l’atto 3659 del Senato non è stato ancora assegnato e discusso in alcuna commissione, questa legge si compone di due articoli che di fatto sopprimo i dl 155 e 156 del 2012. La possibilità che venga discussa ed approvata così come si trova e praticamente nulla, innanzitutto deve passare al vaglio delle commissioni Giustizia di Camera e Senato, poi in aula dove il provvedimento potrebbe essere stravolto o arenarsi. Sono pochissime nella storia repubblicana le leggi di iniziativa popolare approvate.


6 – Giudizio della Corte Costituzionale: E’ ancora pendente una richiesta di giudizio della Consulta, il 24 maggio 2013 il Tribunale di Nicosia ha accolto la questione di legittimità costituzionale sollevata dagli avvocati Salvatore Timpanaro e Piergiacomo La Via. Il Giudice Giuseppe Tigano ha ritenuto la questione rilevante e non manifestamente infondata e, quindi, ha sospeso il processo penale nel quale era stata sollevata, disponendo la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale e la notifica dell’ordinanza ai Presidenti dei due rami del Parlamento e alla Presidenza dei Consiglio dei Ministri. Ad oggi non è stata ancora stabilita una data di discussione presso la Consulta, ma esiste un precedente negativo, il 2 luglio del 2013 circa 12 ricorsi di incostituzionalità sono stati respinti e di conseguenza anche quello sollevato dal Tribunale di Nicosia appare improbabile che venga accolto.

Una situazione abbastanza fluida, ma che con i tempi ristretti non appare ne di immediata e facile soluzione, le speranze di salvezza del Tribunale e di un intero territorio sono appese ad un sottile filo, oggi all’orizzonte si intravede solo un intervento governativo dell’ultima ora, così come avvenuto per il carcere, che possa salvare il presidio di giustizia di Nicosia. Sono stati compiuti diversi errori, forse alcune iniziative potevano essere formulate e discusse alcuni mesi prima, purtroppo ora ci si ritrova in una situazione nella quale difficilmente si arriverà entro il 13 settembre a salvare il tribunale.

Sergio Leonardi



 

 




 

 

 

 


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